Un aspetto piuttosto occulto del profilo di Svevo scrittore è l’attività di critico letterario che svolse dapprima presso la redazione dell’«Indipendente», dal 1880 al 1890, e in seguito presso quella del «Popolo di Trieste», negli anni 1926-1928. I contributi di Svevo in questi due giornali sono importanti perché contribuiscono a illuminare la sua idea di letteratura. Nel Profilo autobiografico, Svevo stesso dichiara che «Italo Svevo fu per lunghi anni collaboratore assiduo dell’«Indipendente». Prima ancora di pubblicare Una vita, egli godette di una certa rinomanza di critico letterario nel piccolo ambiente cittadino».

Particolarmente significativa è l’opinione espressa da Svevo nei suoi articoli di critica letteraria in merito alla letteratura di fine Ottocento. Per Svevo essa sembra aver smarrito quell’obiettivo di verità che caratterizzava la letteratura naturalistica, per dare luogo a una letteratura di consumo, costituita da trame scontate e personaggi stereotipati, soprattutto aristocratici e borghesi. E così negli articoli di Svevo non mancano giudizi negativi su Max Nordau autore del Vero paese de’ miliardi, George Ohnet della Grande marniera, Victor Cherbuliez della Vocazione del conte Ghislain. Si tratta di scrittori che confezionano le loro opere secondo la «ricetta» destinata a incontrare i gusti del pubblico, proprio come il romanzo che proporrà Annetta ad Alfonso Nitti in Una vita. Ambizione, desiderio dell’applauso e del successo saranno infatti le aspirazioni, estranee all’arte, che indurranno Annetta a scrivere un romanzo a quattro mani con Alfonso e a proporre un progetto di trama scontata che avrà molti tratti in comune con le opere di Max Nordau, George Ohnet e Victor Cherbuliez.

Nel confrontarsi con la cultura di fine secolo, Svevo individua un altro fenomeno che caratterizza la letteratura: il dilettantismo. Egli, che tra l’altro si sente personalmente coinvolto, essendo costretto a dedicare alla letteratura poco tempo, riconosce al dilettante l’importante funzione di far conoscere la letteratura a un pubblico ampio e non colto. Il dilettantismo è anche una tematica di Una vita, dove il protagonista Alfonso Nitti, è un impiegato di banca con interessi artistici e intellettuali.

Infine, tra gli articoli più importanti della produzione critica di Svevo, è rilevante l’articolo Il fumo sia per il riferimento autobiografico sia per la Coscienza di Zeno. Dalla sfiducia, che Svevo dichiara in questo articolo, nei confronti dei rimedi per smettere di fumare, nascerà uno dei motivi centrali della Coscienza, quello dei «propositi di non fumare» e delle «ultime sigarette», che Zeno si ripromette continuamente nel terzo articolo intitolato, proprio come questo articolo, Il fumo.

Dunque, l’attività critica di Svevo, espressa negli articoli giornalistici, rappresenta un tassello fondamentale per conoscere sia la formazione culturale del giovane scrittore triestino, che avviene attraverso le prime letture e la nascente passione per la cultura, sia le tematiche letterarie che ritorneranno nella sua futura produzione romanzesca.

 

Letture consigliate:

Romanzi e «continuazioni», a cura di Nunzia Palmieri e Fabio Vittorini, Milano, Mondadori, 2004.

Racconti e scritti autobiografici, a cura di Clotilde Bertoni, Milano, Mondadori, 2004.

Teatro e saggi, a cura di Federico Bertoni, Milano, Mondadori, 2004.

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