Vicino Tolmezzo, protetto dai crinali dei monti – nascosto dalla Valle del But – sorge il piccolo borgo di Illegio. Dieç – par furlan – conta solamente 350 anime.

Che questa sia la “mitica” fortezza di Ibligo, citata dal nostro cividalese Paolo Diacono come l’ultima resistenza longobarda contro l’invasione degli Avari, non ci è dato sapere. Certo è che qui il tempo sembra essersi fermato. Infatti gli illegiani conservano ancora, per esempio, una tradizione liturgica molto caratteristica del Friuli: il canto patriarchino, ultimo residuo dell’omonimo rito oramai scomparso 400 anni fa.

Borgo minuscolo, ma di una bellezza innegabile, conserva tra i suoi monumenti la splendida Pieve di San Floriano, che permette una vista meravigliosa sui monti vicini, e che contiene splendide sculture lignee del ‘400 e ‘600 nonché un ciclo d’affreschi del 1604.

Recentemente, poi, scavi archeologici hanno interessato la chiesa di San Paolo Vecchia, posta fuori le mura. La scoperta è stata sorprendente, avendo confermato le tradizioni orali che da secoli venivano tramandate a Illegio. Ciò che è stato rinvenuto è un luogo di culto paleocristiano risalente al IV secolo, la più antica testimonianza di una pieve rurale in tutto il Friuli.

Imperdibile inoltre il percorso dei mulini che permette di scoprire il Mulin dal Flec, ancora in funzione e risalente al ‘500.

Ma l’attrattiva principale di Illegio è senza dubbio la sua mostra internazionale di arte cristiana, capace di portare nel piccolo borgo oltre 200 000 visitatori in dieci anni. Inoltre ha coinvolto una quarantina di volontari, dato lavoro ad una trentina di giovani e messo all’opera un centinaio di studiosi in tutta Europa.

Dal 2004 il Comitato di San Floriano – organizzatore della mostra – ha l’orgoglio di aver organizzato 12 mostre internazionali, 7 straordinarie (Musei Vaticani, Bruxelles e Roma), promosso importanti eventi culturali, restauri di opere del patrimonio nazionale ed europeo e campagne di scavi archeologici.

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