La settimana scorsa abbiamo visto insieme quali siano le caratteristiche friulane delle parlate “miste” della zona di Aviano. Queste parlate si possono appunto definire miste perché in effetti risultano essere frutto del sovrapporsi di elementi veneti su una base linguistica friulana. Questa settimana è venuta l’ora di gettare uno sguardo sulle caratteristiche venete di queste parlate.

Per quanto riguarda dunque queste caratteristiche nella variante di Aviano, due almeno sono gli elementi importanti:

– suoni interdentali sordi e sonori, assenti peraltro nel pordenonese, perché tipici del veneto liventino, e non della koinè veneta di base veneziana;

– la conservazione della -o finale nei prestiti lessicali veneti.

Le conclusioni che si possono dunque trarre sono che le parlate di questa zona sono sì “miste”, perché fanno parte della zona di transizione, ma che, se le parlate estreme (Polcenigo e Budoia) oramai, rispetto anche all’epoca di Gartner, sono più fortemente venete, quelle dell’interno (Aviano, ma specialmente le sue frazioni di montagna, Marsure e Giais) sono ancora friulane. Francescato, in La varietà friulana di Aviano, mostra quindi di essere meno pessimista sul destino del friulano in questa zona rispetto a Ugo Pellis, che in occasione delle sue ricerche per l’ALI disse che il veneto avrebbe a breve sommerso la friulanità nella zona.

Non resta che darsi appuntamento alla prossima settimana, quando parleremo della sopravvivenza odierna della componente friulana nelle parlate della pedemontana a nordovest della città di Pordenone.