Se avete paura dei fantasmi, allora Il fantasma dell’Opera è il film giusto per voi. Se invece siete degli inguaribili romantici, questo è film perfetto per voi.
Per due motivi.
Il primo è che ne Il fantasma dell’Opera, non ci sono fantasmi. Il secondo è che il film racconta di una storia d’amore.
Se invece siete degli amanti dell’horror, allora fatevi avanti! L’antenato del cinema dell’orrore è arrivato in città: il film appena citato verrà presentato questa sera come evento speciale delle Giornate del Cinema Muto.
Ma come può essere un film romantico e allo stesso pauroso? In fin dei conti stiamo parlando di una pellicola che ha ispirato l’horror degli ani ’30. Che in termini cinematografici questo si traduce con titoli del calibro di Frankenstein, La Mummia o L’uomo invisibile.
Anche se alcuni di questi titoli dovessero via via sbiadire dalla memoria, rimangono tutte pellicole che hanno segnato la storia di questo genere, e così dato ispirazione nei decenni a seguire, fino ad arrivare ai giorni nostri.
E nascono tutte dallo stesso seme, cioè un libro del 1910 di Gaston Leorux: Le Fantôme de l’Opéra, da cui poi Rupert Julian trarrà ispirazione per girare l’omonimo film, quindici anni dopo. Che ancora oggi rimane considerata la versione più riuscita di sempre, ed è la stessa che verrà presentata alle Giornate.
Il fantasma dell’Opera diventa così il primo esempio dell’immaginario lugubre, spaventoso, grottesco e tenebroso.
Ora rimane da capire la questione “romanticismo”.
Avete presente il cartone della Disney La bella e la bestia? Se la risposta è sì, allora siete già a metà dell’opera. Perché la storia del libro prende ispirazione dalla stessa favola.
Riprende cioè l’idea dell’amore tra due diversi. O meglio: tra una ragazza bellissima e un uomo che si vede molto brutto. Perché questo è Erik, il meglio conosciuto “Fantasma dell’opera”, un uomo sfigurato (ma anche un talentuoso artista), che vive negli angoli bui del teatro.
E che è pronto a tutto per conquistare il cuore di Christine.
E il film è pronto a tutto per incantare gli spettatori.
Giacomo Netto, nato il 10 agosto 1996. Frequenta il primo anno di Scienze Internazionali e Diplomatiche a Gorizia. Ha una grande passione per la lettura, la musica, la montagna, la vela e in particolare la fotografia. La sua maggiore caratteristica è l’inquietudine: cerca di trovare sempre un perché alle cose, meravigliandosi tanto davanti a uno spettacolo forte della natura, quanto al dettaglio apparentemente insignificante.