Incastonato tra le montagne del nostro Friuli, circondato da uno splendido paesaggio, si trova il borgo antico di Cercivento, su cui si poserà il nostro “volo”.

Cercivento è un piccolo comune di montagna (circa 700 abitanti) che si trova alla confluenza della Valcalda con la Valle del But, nella regione alpina della Carnia. Il nome del paese sembra derivi dal latino circum ventum agunt che significa “luogo protetto dai venti delle montagne che gli fanno da cornice”. Oltre che per la suggestiva cornice paesaggistica in cui si trova immerso, il borgo di Cercivento suscita l’interesse di molti viaggiatori per la storia e le leggende che lo riguardano oltre che per la particolarità di aver preservato intatte le case dell’antica architettura carnica.

In antichità sembra che per il paese passasse una strada romana molto importante, motivo per il quale i longobardi decisero di porvi un presidio militare. Cirzivent, come venne citato per la prima volta in un documento del 1296, è purtroppo tristemente noto per i fatti avvenuti il 1° luglio 1916 quando quattro Alpini dell’8° reggimento vennero fucilati dietro la chiesa del paese essendo stati accusati di rivolta in faccia al nemico.

Oggi Cercivento è uno dei borghi più caratteristici del Friuli e dell’Italia. Tra gli elementi maggiormente attrattivi del paese c’è sicuramente la Fàrie dal Checo, ovvero la fucina del fabbro, la cui origine risale probabilmente al 1426 e che prende il nome dal fabbro del paese Francesco (Checo) Dessi che qui cominciò a lavorarvi nel 1902. Dopo i danneggiamenti dovuti all’esondazione del But avvenuta nel 1966 che ne ha causato la chiusura per diversi anni, la Fàrie è tornata in piena attività nel 1990 ed è a disposizione dei visitatori. L’officina permette di vedere dal vivo molti oggetti e manufatti prodotti nel corso del tempo oltre che di conoscere l’intero ciclo produttivo dell’arte della forgia e della lavorazione del ferro, grazie agli antichi congegni idraulici ancora perfettamente funzionanti. Altro luogo di sicuro interesse è inoltre la Pieve di San Martino, un edificio settecentesco affiancato da un campanile cuspidato. All’interno della Pieve sono conservate alcune opere di indubbio interesse artistico. Tra queste troviamo due statue di pregevole fattura raffiguranti San Giovanni Battista e San Filippo Neri, firmate dallo scultore veneziano Francesco Bonazza e lo splendido altar maggiore completo di due sculture realizzato nel 1749 dallo scultore Sebastiano Pischiutti di Gemona.

L’aspetto forse più caratteristico di Cercivento sono però le già citate case tipiche dell’architettura carnica. La maggior parte di queste risalgono al periodo compreso tra il XVI e il XVIII secolo, quando il borgo conobbe il periodo più florido della sua storia. Le più famose sono sicuramente Casa Pitt, risalente al XVII secolo, Casa Tiridin, che è datata 1634 ed è forse l’abitazione più bella e caratteristica di tutto il paese, Casa Morassi, Casa Vezzi e Casa Citârs, la più antica di Cercivento, risalente al 1577. Dal 2011, grazie al progetto Cercivento: una bibbia a cielo aperto sono state realizzate diverse opere d’arte (mosaici, quadri, ecc.) raffiguranti soggetti religiosi che sono stati esposti sugli edifici pubblici e privati del paese rendendo il borgo ancor più particolare.

I viaggiatori più curiosi saranno inoltre affascinati dalle leggende che riguardano il borgo di Cercivento. Si narra infatti che in queste terre vivessero in passato strane ed oscure creature come i Guariùz, popolo di gnomi che abitavano nelle grotte, o le Aganis, figure misteriose tipiche della mitologia alpina.  Molto nota è inoltre la leggenda dell’orco che si dice si aggirasse nei pressi di Cercivento per spaventare gli escursionisti.

Tradizione, storia, leggende e arte: Cercivento è tutto questo. Un’autentica gemma a portata di mano (50 minuti di macchina da Udine) che impreziosisce ancor di più le nostre montagne e che merita di essere visitata almeno una volta.

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