Anche quest’anno, puntuale, in Val Canale, come in tutto il mondo di lingua tedesca meridionale, San Nicolò arriverà accompagnato da spaventosissimi diavoli che puniranno i bambini cattivi, elargiranno doni a quelli buoni e picchieranno i ragazzi che stanno passando dall’adolescenza all’età adulta.

Molti li conoscono, altri no: verranno resi famosi tra breve tempo da un film hollywoodiano, il cui trailer in realtà non promette per nulla bene. Oggi io vorrei farli conoscere a tutti coloro che decideranno di leggere questo mio articolo, ma anche cercare di spiegare l’origine e i caratteri di questa antichissima tradizione.

Diffusi, come si diceva, in tutto il meridione dello spazio linguistico tedesco, assumono nomi diversi, ma le loro sembianze sono quasi sempre le stesse: pesanti maschere lignee diaboliche, vestiti laceri, campanacci, zoccoli, pellicce, cinture e fruste. I loro nomi possono cambiare; uno in particolare, Percht Berchtè legato alla luce, e questo ci dà modo di individuare una prima possibile spiegazione antropologica di questa tradizione: i Krampusse sarebbero l’ultimo strascico del buio invernale e quindi la calata di questi mostri dai boschi sarebbe legata al solstizio invernale che segna il ritorno della luce; questa spiegazione sarebbe rafforzata anche da fatto che sono portatori di grosse torce.

Per rimanere in tema di antropologia è interessare anche notare come questo rappresenti probabilmente un antichissimo rito di passaggio, durante il quale, grazie ad una prova di coraggio che consiste nello sfidare i Krampusse, i ragazzi dei paesi, picchiati da questi mostri, entrano a far parte del mondo degli uomini e l’anno dopo possono unirsi ai Krampusse stessi – tradizionalmente i loro padri – e compiere anche loro questo gesto di violenza ritualizzata. Tutto ciò avverrebbe alla fine dell’inverno, cioè alla fine del periodo climaticamente più duro nelle società antiche e rappresenterebbe oltre tutto forse anche la ritualizzazione di saccheggi che gli uomini dei villaggi perpetravano, spinti dalla fame, ai danni dei vicini e di villaggi limitrofi. A ciò si aggiunge il chiaro valore purificatorio che le frustate hanno in ogni cultura ancestrale: questo tipo di atto penitenziale è ciò su cui il Cristianesimo ha giocato per cristianizzare quest’usanza, e di fatto oggi i Krampusse hanno il dovere di far pentire bambini e adulti affinché possano ricevere i doni di San Nicolò.

Riti antropologicamente connessi a questi si trovano in moltissime culture: non sono molto diversi i falò epifanici della pianura veneto-friulana oppure i lupercalia romani.

Questa tradizione che affonda le radici nella notte dei tempi unisce per molti motivi: rispetta innanzitutto lo schema dei riti di passaggio tra il buio e la luce, dei riti di passaggio da un età all’altra; unisce paganesimo germanico e Cristianesimo; unisce diverse compagini statali, perché si festeggia in Baviera, Svizzera, Austria, Italia e Slovenia. In un certo senso si può dire che sia una festa mitteleuropea.

Se volete vivere questa festa, ecco le date delle calate dei Krampusse più vicine a voi:

  • sab. 5 dicembre dalle 17.00 a Tarvisio;
  • dom. 6 dalle 17.00 a Coccau, Cave del Predil e Comeglians;
  • mar. 8 dalle 17 a Pontebba con gruppi della Val Canale, Carinzia e Slovenia;
  • dom. 13 dalle 18 a Tolmezzo.

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