L’8 dicembre si è svolta a Pontebba la tradizionale sfilata dei Krampusse, che ha visto la partecipazione di figure diaboliche provenienti da Italia, Austria a Slovenia.
Una piazza privata di ogni illuminazione stracolma di gente ha atteso dalle 17.30 l’arrivo di San Nicolò, della Perchta e dei loro diabolici accompagnatori, i Krampusse appunto. La sfilata inizia con un funerale rituale: il vecchio capo Krampus è morto e viene ritualmente bruciato su una pira; il nuovo capo sarà Attilius che occupa subito il suo posto su un trono posto al centro della piazza.
Si susseguono una miriade di gruppi di Krampusse che terrorizzano grandi e piccini, inducendoli al pentimento per le loro colpe. I Krampusse, come per tradizione, sono portatori di luce: grandi fiaccole e giochi pirotecnici di varia natura li caratterizzano almeno quanto la loro spaventosissima maschera di legno, i loro campanacci e le loro fruste.
Colpi a destra e a manca ai lati della strada su cui si svolge la sfilata garantiscono a ciascun spettatore la giusta dose di ‘pentimento a suon di frustate’: i Krampusse rubano, strattonano, rapiscono per ricordare a tutti che il male esiste, ma che si può controllare, che il male esiste e può essere ritualizzato e reso emozionante, che il male esiste ma può essere racchiuso, grazie alla fantasia umana, in una corpo mostruoso che viene una volta l’anno.
‘Il male può essere vinto’, questo è il vero Leitmotiv che sta dietro al rito così come oggi viene svolto: alla fine arriva San Nicolò, cui immediatamente e senza proteste si sottomette Attilius, cedendo anche il trono. Pure il pubblico viene rallegrato e rassicurato dall’arrivo del santo, che elargisce doni e manda benedizioni.
I Krampusse tornano a casa, tornano ad essere uomini, che hanno il male, per natura, dentro il loro cuore, ma che lo manifestano, ritualmente, una volta l’anno. Il Krampus è il lato oscuro e violento insito in ogni uomo, che attraverso questo rito ancestrale viene manifestato e oserei dire sfogato. Il male c’è, esiste: bisogna conoscerlo, isolarlo e trasformarlo in qualcosa di positivo.
Nato negli USA, da sempre vivo in Friuli. Laureato in Lettere Classiche, sono laureato in Filologia Classica presso il Collegio Superiore dell’Università di Bologna e in Studi Interdisciplinari Europei al Collegio d’Europa, campus di Natolin. Fieramente europeo, le mie giornate son in perpetua oscillazione tra Omero e il Manifesto di Ventotene. Opero giorno per giorno per costruire una nazione, un continente, una comunità che riconoscano il valore della cultura e che in essa si riconoscano.