È stata inaugurata lo scorso 23 luglio e sarà aperta fino al prossimo 11 ottobre la mostra “Guardando a Est”, che raccoglie le fotografie scattate negli ultimi anni da Guido Guidi. L’esposizione si trova presso l’ex Essiccatoio Bozzoli di San Vito al Tagliamento e l’ingresso è gratuito.

Guido Guidi è uno dei fotografi italiani contemporanei più interessanti. Originario di Cesena, studia allo IUAV prima architettura e poi design industriale ma comincia subito a dedicarsi alla fotografia. Sono gli anni Sessanta e, influenzato dalla vivacità veneziana, comincia la sua sperimentazione. Accanto all’attività di fotografo insegna e si occupa di promozione della fotografia.

Il paesaggio e le tracce che l’uomo ha lasciato su di esso sono il suo interesse principale. Fondamentale è la sua formazione ma ancora più importante è l’ambiente in cui è cresciuto. Con la sua tecnica apparentemente oggettiva ed asettica, inizia raccontando la nativa Romagna, le sue strade e costruzioni.

Le sue opere sono il frutto di una sensibilità particolare verso il dimenticato, il tralasciato, l’abbandonato. A Nord-Est c’è abbastanza terreno fertile per plasmare il suo stile. La società industriale che ha portato il benessere nel Triveneto ha lasciato dei segni indelebili, ha trasformato questo territorio.
La grandezza di Guidi non consiste però nel raccontare la durezza di questa trasformazione, o nel lodare un passato ormai andato. La sua fotografia è allo stesso tempo silenziosa e densa di significati.

Si riconosce il suo sguardo ma si può interpretare ogni opera a proprio modo. L’autore lascia spazio al singolo spettatore, il quale si immerge in un paesaggio che probabilmente conosce ma forse non osserva con attenzione. Guidi costringe a farlo, portando questa realtà dimenticata sul palcoscenico davanti a noi.
A prima vista questa operazione può apparire insensata o banale. Che cosa può volerci dire una fabbrica vuota, un bar di paese, un cartello stradale? Nulla, quindi tutto.

La mutevolezza dei luoghi, lo scorrere del tempo che li logora e del caldo che li fa essiccare. Quella nostalgia che proviamo dopo aver abbracciato un mondo veloce ma precario. Queste sono le sensazioni che si provano, guardando a Est.

(Foto: Guido Guidi, presa da bfox.wordpress.com)

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