Gli studenti di economia conosceranno sicuramente il concetto di “moltiplicatore keynesiano”. Questo ipotetico ed artificioso strumento fa sì che per ogni euro speso ne vengano generati un numero maggiore. Nell’analisi macroeconomica di Keynes infatti l’incremento di una o più variabili dal lato della domanda (consumi, investimenti, spesa pubblica) fa aumentare il reddito nazionale, il PIL, in maniera proporzionata.
L’incremento non è ovviamente costante: varia a seconda dell’area geografica, del settore preso in considerazione ecc.

Negli ultimi anni è cominciato un interessante dibattito riguardante il ritorno economico degli investimenti in cultura. Dopo alcune uscite poco felici sul fatto che con la cultura non si mangi, si è dimostrato l’esatto opposto. Quando una manifestazione culturale, piccola o grande che sia, è ben strutturata e radicata nel territorio l’applicazione del moltiplicatore si rivela molto efficace.
Per renderlo ancora più chiaro: se spendiamo 1 milione di euro per organizzare un evento culturale, è probabile che ne vengano generati altri 3,5 o 10 in consumi dei partecipanti (prenotazioni negli alberghi, negozi, bar, ristoranti) e gettito fiscale raccolto.

Ci sono numerosi report che fotografano molto bene l’impatto socio-economico degli eventi culturali e i risultati sono davvero sorprendenti.
La nostra Pordenonelegge ad esempio consente di trasformare 1 euro speso in 7 di reddito e da sola riesce a generare tanto reddito fiscale da giustificarne l’investimento pubblico. In poche parole, tutti i soldi spesi (e qualcosa in più) dagli enti pubblici ritornano nelle casse dello Stato tramite le imposte.
Se, per assurdo, qualcuno decidesse di tagliare i finanziamenti pubblici per Pordenonelegge provocherebbe non un risparmio ma una perdita per il territorio e l’ente stesso.

Tutto questo complicato procedimento vuol dire che l’investimento in cultura si rivela tra i più redditizi nel nostro Paese, anche al di fuori delle tradizionali mete turistiche.
La cultura non è quindi solo un (necessario) nutrimento per l’animo e la mente, è anche un buon affare.

(Foto: blogtaormina.it)

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