Cos’è quella sensazione che si prova mentre si vibra sotto i colpi di una musica estranea? Riesce facile immaginarsi che uno, in seguito, non ricorderà che una piccola serie di immagini, incise dalla china delle note. Ecco la camicia, bianca e madida di sudore, della ragazza dalla provincia di Santiago che balla come tutti gli ultimi del mondo: tanto gelosa di ogni momento felice quanto accorta dell’imbroglio che questi bugiardi portano in dote. Oppure quell’equivoco con cui ti lasciano i jazzisti: che forse non debbano gli occhi lucidi, acquosi di mari antichi, alle intangibili profondità dell’irrequietezza umana, ma ad un’ormai prossima cirrosi alcolica.
Questa sera alle 20:45, al Teatro Verdi saranno protagonisti il violoncellista Enrico Dindo e I Solisti di Pavia, che porteranno in scena un mix tanto singolare quanto stranamente coerente: alle note febbrili del jazz del pianista e compositore Kapustin si alterneranno quelle più calde del nuevo tango di Piazzolla.
«Non sono mai stato un musicista jazz – spiega Kapustin – non ho mai cercato di essere un pianista jazz, ma lo sono diventato grazie alle mie composizioni. Non sono interessato all’improvvisazione, nel puro senso jazzistico: tutte le mie improvvisazioni sono scritte normalmente». Le sue composizioni, in effetti, risultano frenetiche ma ordinate e ben bilanciate, ricche di cambi di passo improvvisi: e in questo, Cello concerto nr. 2 non fa eccezione.
Seguiranno quindi i ritmi più geometrici e fluidi di Piazzolla, autore di Le Grand Tango e Las Cuatro Estaciones Portenãs, entrambe per cello ed archi. Universalmente riconosciuto come uno dei musicisti migliori che il XX secolo abbia saputo offrire, ebbe il coraggio e il merito di rivitalizzare un tango morente attraverso innesti puramente jazz.
Enrico Dindo, sicuramente uno dei massimi violoncellisti in circolazione, può vantare un eccezionale cursus honorum: a ventidue anni già primo violoncello solista nell’Orchestra della Scala, a trentadue vinse il Primo Premio al Concorso Rostropovich di Parigi. Da solista, si è esibito con molte tra le più importanti orchestre del mondo e dal 2001 è il padrino e direttore dell’orchestra da camera I Solisti di Pavia, con cui ha pubblicato un cd edito da Decca.