L’emozione è uno stato d’animo, un’esperienza emotiva complessa che viviamo ogni giorno sin da bambini. Questa parola deriva dal francese émotion, derivazione di émouvoir «mettere in movimento», a cui possiamo accostare uno dei significati figurati di emovere, ovvero scuotere, smuovere, turbare e sconvolgere.

Che cos’è l’emozione se non un’esperienza di turbamento, di sconvolgimento e di messa in movimento di noi stessi?

Non dobbiamo confondere le emozioni con i sentimenti: le prime sono più intense rispetto ai secondi, che potremmo definire come il risultato della nostra capacità di sentire e percepire impressioni interne ed esterne.

Per capire al meglio le emozioni, dobbiamo analizzarne brevemente il processo emotivo che le contraddistingue. Esso si divide in quattro fasi: in seguito all’evento che scatena l’emozione e la sua valutazione, abbiamo una reazione fisiologica, seguita da una sensazione psicologica intima e da una conseguente reazione.

Le emozioni sono molte e difficili da classificare; possiamo raggrupparle in emozioni positive, che provocano uno stato di benessere e tendono a durare nel tempo, ed emozioni negative, che procurano uno stato di malessere e hanno effetti duraturi.
Tutte le emozioni hanno un diverso livello d’intensità. Ad esempio l’emozione positiva della gioia ha più sfumature: la felicità, il divertimento, l’allegria, l’euforia e la contentezza. Quanta gioia proviamo quando scopriamo di essere innamorati e ricambiati dal nostro oggetto d’amore? Il nostro cuore è irradiato da una nuova luce, una felicità inspiegabile che ci scalda le viscere e ci riporta il sorriso sulle labbra.

Un altro esempio è quello della rabbia: questa emozione può essere abbastanza moderata, quasi un velato fastidio, oppure più intensa, un vero e proprio furore. Spesso più emozioni avvengono contemporaneamente e per uno stesso evento. Quando rivediamo un nostro amico d’infanzia, perso di vista da tanti anni, siamo pervasi da diverse emozioni, come gioia e stupore.

Esistono delle emozioni ambivalenti, che contengono sia un aspetto positivo, che uno negativo. Spesso tutto ciò è motivo di conflitto. Basti pensare a quella gelosia positiva, che dimostra il nostro legame verso un affetto, che però a volte può assumere una sfumatura negativa e portare all’aggressività.

L’emozione si attiva grazie all’evento scatenante, che solitamente accade al nostro esterno, ma non solo. Può anche succedere che l’evento sia interno e, in questo caso, si parla di ricordi, fantasia, aspettative e desideri che condizionano il soggetto e suscitano in lui diverse emozioni. Spesso siamo capaci di comprendere i motivi per cui proviamo alcune emozioni, ma non sempre: non tutti sono capaci di leggere se stessi ed essere consapevoli dei propri moti d’animo.
Quando valutiamo un evento, lo facciamo in maniera rapida e inconsapevole e lo classifichiamo desiderabile o dannoso per noi. Uno stesso evento è valutato diversamente da ogni persona, ma anche a distanza di tempo, essa può avere diverse reazioni a quello stesso evento.

L’emozione ha come conseguenza una reazione fisiologica, che è intimamente collegata all’azione di alcune zone del nostro cervello. Quando un’emozione è rilevante per noi stessi, il nostro corpo reagisce e ci manda segnali attraverso le emozioni. Sono coinvolti tre apparati: il sistema nervoso centrale; che ci fa capire attraverso l’intelligenza se una determinata emozione sia importante o meno; il sistema nervoso autonomo o vegetativo, che innesca reazioni non controllabili e si occupa del controllo degli organi interni, come i battiti del cuore; il sistema nervoso endocrino.

Ognuno di noi prova sia emozioni fisiche, ottenute dall’attivazione fisiologica, sia psicologiche. Le emozioni psicologiche, positive e negative, richiedono una capacità di introspezione per essere lette.

Il bisogno di fare introspezione dipende da molti fattori: è soggettivo, ogni persona ha un bisogno di introspezione diverso; dalla sensibilità individuale; dall’atteggiamento; dal valore attribuito alle emozioni e dall’educazione ricevuta, insieme all’ambiente che ci circonda.

Infine, tra le reazioni soggettive possiamo annoverare il comportamento: non tutte le emozioni si possono manifestare pubblicamente, alcune devono essere controllate in determinati contesti, o semplicemente in virtù del giusto vivere sociale.

Tra questi eventi, valutazioni, reazioni fisiologiche, psicologiche e comportamenti, possiamo dire che l’uomo si dibatta da quando è venuto al mondo e ha emesso il suo primo vagito.

Non dobbiamo avere paura di emozionarci, e sentirci costretti ad evitare eventi che possano suscitare in noi delle reazioni; è proprio la natura umana ad insegnarci una grande verità: siamo uomini e fatti naturalmente per essere scossi, turbati, emozionati. Ricordatevelo, come lo ricordo io stessa leggendo questa frase tratta da un film delicato ed emozionante, quando osservo questo senza te, e penso che quel te siamo tutti noi, donne e uomini che si emozionano.

Senza di te le emozioni di oggi sarebbero la pelle morta delle emozioni passate.
Il meraviglioso mondo di Amélie

 

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