Domenica 18 ottobre ha avuto il suo avvio la serie di appuntamenti di riflessione condotti da Don Renato De Zan presso la Casa dello Studente “L. Zanussi” dal titolo Dai Comandamenti di Mosè ai Comandamenti di Cristo.

Questo primo appuntamento, dal titolo Dalla prepotenza alla legge: bisogno umano di giustizia, verità e ordine, inaugura al meglio la serie di incontri: la sala è stracolma di persone di ogni età, nonostante siano le 9.30 di una domenica mattina.

L’intento di questa prima lezione è porre le basi necessarie per comprendere l’origine e i principi ispiratori dei 10 Comandamenti; De Zan chiarisce subito, scherzosamente, che nessuno si ricorda i veri 10 Comandamenti: quelli dell’uso catechistico sono diversi da quelli biblici; per certi versi questi sono meno rigidi, per altri più liberali di quelli.

Comprendere il vero dettato dei 10 Comandamenti significa comprendere il panorama storico, culturale e letterario in cui essi si inseriscono: è incredibile vedere la naturalezza con cui De Zan riesce ad accompagnare un gruppo così eterogeneo di persone attraverso le Scrittura, brani in ebraico, testimonianze di codici legislativi mesopotamici e elementi di critica letterarie e costituzione del testo. Il tutto per arrivare a mostrare alcuni esempi di esegesi vera e propria, che risultano per certi aspetti anche inaspettati: qualcuno ricorderà il comandamento

«non uccidere»

sembra semplice, ma non è così; il dettato ebraico usa un verbo che significa “uccidere una persona più debole”. Le Scritture perciò prescriverebbero di non togliere la vita a donne, bambini e schiavi, anche perché la non uccisione di un uomo israelita è già sanzionata dalla legge umana.

«non rubare»

non è altro che il divieto di togliere la libertà, garantita, in una società sedentaria, da ciò che un uomo a fatica a guadagnato, e quindi in ultima istanza togliere la vita alla vittima del furto.

Il prossimo appuntamento sarà il 15 novembre. Non resta che vedersi lì.

 

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