Grande successo ha riscosso la serata inaugurale di FMK, svoltasi ieri sera nel convento di San Francesco,  a partire dalle ore 20.30: la città di Pordenone ha risposto all’appello lanciato dal Festival, non mancando al primo appuntamento di proiezione dei corti in concorso e partecipando attivamente alla votazione.

Non una sedia vuota è rimasta nella “sala a cielo aperto” del chiostro, dove i primi tredici cortometraggi, della durata complessiva di 85 minuti, hanno fatto il loro approdo sullo schermo. Con tecniche, durata e prospettive molto diverse tra loro, i primi elaborati, provenienti da otto nazionalità, ci hanno raccontato, fotogramma per fotogramma, la diversità  e le problematiche che interessano la civiltà dei consumi, nonchè dei conflitti sia sociali che interiori.

GOLDEN ( Germania, 3′, sezione corti-cortissimi)

Nel corso della storia la diversità ha assunto un determinato colore discriminante: il regista Kai Stänicke racconta l’amore tra due giovani omosessuali, i quali si contraddistinguono dagli altri individui sulla scena per il colore dorato che li riveste totalmente. L’oro, colore prezioso e raro, descrive l’unicità della loro unione.

ALIENATION ( Germania, 6′, sezione animazione)

L’adoloscenza e le difficoltà che essa implica espressa da tanti alieni quindicenni, trasfigurazioni di alcuni studenti intervistati da Laura Lehmus.

WALLHOS ( Germania, 2′, sezione cortissimi)

Con brevissime sequenze di immagini dell’interno di un supermercato, Riza-Rocco Avsar realizza una tagliente allegoria della società dei consumi: un giovane intento a fare la spesa guarda incerto e spaesato gli scaffali ricolmi di prodotti. Progressivamente questi si trasformano in migliaia di barattoli anonimi, tutti uguali. Il cortometraggio si conclude con la frase emblematica:”Cosa accadrebbe se non avessimo più una scelta?”

EDIFICIO TATUAPE MAHAL (Brasile, 10′, sezione animazione)

Attraverso la tecnica dello stop motion, Carolina Markowicz e Fernanda Salloum ottiengono un’efficace metafora della condizione statica dell’uomo: possiamo mutare il nostro aspetto, ma resteremo inesorabilmente confinati all’interno di un fantomatico “modello in scala” di vita.

EL CONTACTO (Spagna, 3′, sezioni cortissimi) e DUE PIEDI SINISTRI (Italia, 6′, sezioni corti)

L’handicap diviene, nella prospettiva di Francisco Montoro, fonte di ricchezza e di esplorazione più profonda e autentica dell’uomo o, nella prospettiva di Isabella Salvetti e dei ragazzi, un’esperienza comune, che passa del tutto inosservata e non ha alcuna importanza nella costruzione delle relazioni affettive.

LISTEN (Danimarca/Finalndia, 12′, sezioni corti)

Crudo ritratto, tracciato da Rungano Nyoni e Hamy Ramezan, della tragica condizione di una donna vittima di violenze domestiche, generate dal fondamentalismo religioso e perpetuate dalla complicità dell’ignoranza e del silenzio.

 

 

 

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