Com’è andata la vendemmia 2017? A parte qualche spericolato viticoltore che ancora aspetta la totale maturazione delle sue uve, possiamo dire che anche per quest’anno è giunta al termine. Chiunque avrà sentito, un po’ dai TG e un po’ sui giornali come quest’anno non sia stato particolarmente entusiasmante per il mondo del vino italiano e non. Inverni caratterizzati da scarse precipitazioni, gelate primaverili e un’estate torrida e poco piovosa hanno contribuito ad abbassare la resa in tantissime regioni d’Italia, tra cui Veneto.

 

Attenzione però a dire che siamo di fronte ad un completo disastro, perché credete, non è assolutamente così, basti vedere come in Friuli-Venezia Giulia si sia segnato un +24% rispetto agli anni passati. Certo, Friuli a parte non torneremo alle esorbitanti quantità del 2015 o del 2016, annate sfolgoranti, ma per quest’anno ci accontentiamo di un po’ meno, ma più buono. Ma come siamo arrivati a questo punto, quali sono state le fasi che hanno contraddistinto la vendemmia 2017?

 

Inverno: la vite è al riposo, ma le precipitazioni stentano ad arrivare. Il terreno che in questa stagione immagazzina acqua per le stagioni future si trova a secco e la pianta entra nella condizione di dover anticipare il proprio risveglio, infatti a marzo la vite in Friuli-Venezia Giulia era già bella carica di gemme.

Primavera: L’apoteosi. Un germogliamento incredibile, regolare e abbondante. L’incipit di una grande annata. Già, e allora come mai questa scarsa vendemmia a settembre? Perché ad aprile sono arrivate le gelate, il più grande nemico del viticoltore. Riduzione o distruzione totale del numero di germogli e danni anche per l’80% in pianura, un po’ più contenuti in collina.

Estate: ce la ricordiamo bene, calda e secca. Anzi caldissima e secchissima. Quasi sub-sahariana. Per la vite un po’ inusuale, cosa che ha portato ad un consistente anticipo della vendemmia, specialmente sui bianchi, di circa 10/15 giorni. Durante questa stagione non sono mancate purtroppo le grandinate, che hanno dato il colpo di grazia a tanti vigneti già massacrati dalle gelate primaverili.

 

Ora la vendemmia è conclusa, sicuramente con produzioni decisamente più basse rispetto agli anni passati, ma con una qualità dei prodotti assolutamente competitiva.  È stata una raccolta in cui ogni vigneto ha avuto una storia tutta personale. Chi ha preso più grandine, chi ha subito le gelate, chi entrambe, ma anche chi non ha risentito di nessuna delle due e ha dato frutti incredibili che fanno davvero ben sperare gli enologi che nei prossimi mesi ne trarranno dell’ottimo vino. Per chi è amante dei numeri e volesse dare un’occhiata alle cifre che hanno contraddistinto la vendemmia 2017, si consiglia questa interessante lettura (non lasciatevi intimorire, si parla in termini quantitativi e non qualitativi).

 

Per tutti gli altri non resta che godere di questo momento d’attesa, fino al giorno in cui sarà possibile assaporare il prodotto dei frutti di questa scarsa, ma ottima annata.