Ha avuto luogo domenica l’ultima replica dello spettacolo che ha riempito le sale del Teatro Verdi per l’intero week end: “Father and son“, libera rivisitazione teatrale di “Gli sdraiati” e il “Breviario comico” di Michele Serra, diretta da Giorgio Gallione e recitata da Claudio Bisio.
Cat Stevens così cantava:
Un tempo ero come sei tu ora,
e so che non è facile stare calmo
quando trovi qualcosa per cui valga la pena di andare.
Ma prenditi il tuo tempo, pensa a tutto quel che hai.
Domani tu sarai ancora qui, ma i tuoi sogni potrebbero non esserci.
Claudio Bisio, con un’inesauribile vivacità espressiva, si fa interprete del monologo interiore di un padre alle prese con un figlio imperscrutabile e sfuggente, come la maggior parte dei suoi coetanei, proiettato in un mondo a lui sempre più estraneo.
Lo spettacolo si apre con la descrizione del monte Della Frasca, luogo d’infanzia del padre, ricordo tanto a lungo preservato dall’usura del tempo, che ora egli vorrebbe consegnare al figlio come un testimone di una giovinezza da non sprecare.
Questa l’unica richiesta che il padre rivolge al figlio scapestrato: accompagnarlo un ultima volta al Monte Della Frasca.
Un luogo senz’altro metaforico, contrapposto allo scenario di una modernità ultra informatizzata, consacrata al consumismo e alla vita mondana degli aperitivi o delle feste, alla vita,per così dire, “strascicata”, di cui il figlio sembra essere il massimo esemplare.
Il dialogo che Claudio Bisio intrattiene con se stesso, con noi e con lui, viene scandito da intervalli ironici e nostalgici, in cui si distinguono la comicità, ma anche la drammaticità, dettata dall’urgenza di un padre di conoscere veramente il proprio figlio e dalla confessione di non averne tuttavia gli strumenti.
Una lucida riflessione sulla contemporaneità e sull’incertezza, quasi paralizzante, che più caratterizza non solo le nuove generazioni, ma anche coloro che le hanno cresciute, poiché consapevoli del terreno cedevole su cui poggiamo ogni giorno le nostre sneakers per andare a scuola, per andare fuori con gli amici, poi per votare e per cercare un lavoro.
L’incessante richiesta del padre viene infine soddisfatta: lui e il figlio partono alla volta del monte della frasca
Dopo un intensa camminata, il padre si accorge di non averlo più al suo fianco e, pensando che fosse rimasto indietro, comincia a cercarlo, ma nella direzione sbagliata.
Il figlio l’ha infatti superato, distanziandolo di quasi un chilometro, avanzando spavaldo con lunghe falcate, proprie di chi è diventato, pur in balia di una vita rattoppata alla meglio, padrone del suo percorso.
Marina Ornella nata a Pordenone il 12 dicembre del 1996. Frequenta l’ultimo anno di liceo classico. E’ appassionata di cinema e attualità, disegna e talvolta scrive. Costantemente distratta, inciampa spesso, perché catturata da qualche frammento di vita fuori posto, fuori dall’ordinario. Un giorno vorrebbe guardare il mondo attraverso la lente di una telecamera, ma per ora si accontenta di indagarlo e interpretarlo, non dimenticando mai di tuffarcisi dentro.