Il mazzerismo è una credenza diffusa in Corsica, un culto sciamanico discendente dalle antiche società di caccia e raccolta. Ancora oggi è possibile registrare testimonianze sui mazzéri in Corsica, costoro erano sacerdoti o per lo più sacerdotesse. Il loro principale potere consisteva nel predire la morte a delle altre persone, che in precedenza, immersi in un sogno, avevano ucciso in qualità di cacciatrici. In questo spazio extracorporeo le vittime incarnavano degli animali, come il cinghiale o il lupo, costretti a fuggire in una battuta di caccia condotta dai mazzeri, solamente dopo esser stati feriti, riacquistavano le loro sembianze umane, macchiati però dal segno del destino. Da questo momento in poi sarebbero incorsi alla morte, predetta dalla mazzéra con la sua caccia.
Nell’albo I cacciatori del sogno di Dampyr, il protagonista della serie Harlan Draka, cacciatore di vampiri e nel tempo restante un bibliotecario con residenza a Praga, è vittima di un’accidentale maledizione, scaturita dalla passione amorosa di una sua conoscente, l’antropologa Sophie Mutter, impegnata in una ricerca antropologica proprio nella scoscesa Corsica. Qui la giovane ricercatrice viene ossessionata dalle visioni di una mazzera, che la inizia al suo ruolo. Sophie diventa lei stessa una mazzéra di notte, cacciando e ferendo a morte inconsapevolmente colui che ama.
“Quando il mazzéru uccide in sogno una bestia, sia essa un cervo, un cinghiale o un lupo, come è accaduto a Sophie, riconosce in essa i lineamenti di una persona vivente. Da quel momento il destino della vittima è segnato. Gli resta da viver un numero imprecisato di giorni, ma sempre dispari…da soli tre giorni a un anno intero. Ma oltre questo termine non ha scampo alla morte”.
Dunque la mazzéra è partecipe di un fenomeno di bilocazione, vedendo oltre le pieghe della realtà. Nel secondo dopoguerra una viaggiatrice inglese, Dorothy Carrnigton, affascinata dal paesaggio montuoso di questo territorio aveva assunte le categorie dell’antropologo. Ebbe la fortuna di conoscere personalmente una mazzéra, descritta nel suo famoso libro, The Dream-hunters of Corsica, dedicato al folklore corso.
“Un fazzoletto nero le incorniciava il volto, cadendo fin quasi alle sopracciglia, e lei ne stringeva il lembo inferiore tra i denti, a celare la parte inferiore del viso, come una cornice per il naso arcuato e gli occhi enormi, strabilianti. ‘Lo porta così per rendere il suo sguardo più impressionante ancora’ […] Avevo incontrato il famigerato sguardo che trapassa, tipico dei mazzéri. Ma non era solo inquietante: mi affascinava. […] Non guardavano me, ma attraverso di me, intenti a una personale visione. La donna era consapevole del loro potere. […] Quegli occhi da veggente, che possono percepire negli animali sognati le anime condannate dei viventi, sono lo strumento essenziale dei mazzéri. Sanno vedere al di là delle apparenze”
Ciò che rappresenta il mazzerismo è una forma di magia, che esprime il suo massimo fascino durante la notte, tra il 31 luglio e l’1 agosto, in cui mazzéri, provenienti da diversi villaggi, si scontrano, destinando alla morte molti membri del villaggio della fazione sconfitta. Il potere fatalistico di condannare alla morte è trasmesso in modo ereditario, custodito da poche famiglie che iniziano fin dall’adolescenza i nuovi membri. Pur facendo parte di un gruppo chiuso, i mazzéri partecipano alla vita comunitaria, come le altre persone, venendo rispettati e tenuti in considerazioni per le loro qualità uniche, percepibili anche da un unico, ma intenso sguardo.
Letture consigliate:
Dorothy Carrington, The Dream-Huunters of Corsica, Endeavour Press, 16 marzo 2016.
A volte sono uno studente di Storia. Nel resto del tempo un viandante atipico, come Astolfo in sella al suo Ippogrifo, alla ricerca involontaria dei più svariati imprevisti. L’amore verso l’avventura salgariana è commisurato a quello verso la storia, velata come l’autunno di un ricordo passato da far riemergere e rivivere dal fondo di un archivio così come dall’oblio di una memoria recisa dalla sua radice