Quali sono gli ingredienti che rendono un imprenditore un bravo imprenditore? Alcuni sono sicuramente la conoscenza profonda di ciò che produce, lo spirito di iniziativa, la lungimiranza, l’attenzione verso il benessere dei propri concittadini ed infine, naturalmente, un pizzico di fortuna.

Sembra proprio che questi ingredienti fossero, per così dire, ben mescolati in Jacopo Linussio, imprenditore del settore tessile nato a Villamezzo (Paularo) nel 1691.

Jacopo è figlio di un modesto commerciante di tessuti e, una volta terminata l’istruzione di base, viene mandato a Villach per un periodo di garzonato presso la bottega di un tessitore. Dopo il soggiorno in Austria, il ragazzo prosegue la sua formazione a Tolmezzo dove, in poco tempo, assume l’incarico di agente – venditore. Bisogna sottolineare che mandare i figli come garzoni lontano da casa era una prassi assai frequente nelle famiglie artigiane di fine Seicento: in questo modo, oltre ad imparare un mestiere, i giovani si rendevano più autonomi e cominciavano la loro vita adulta.

Jacopo conosce bene la sua materia e dopo la gavetta, con grande spirito di iniziativa, nel 1717 apre a Moggio, presso Tolmezzo, una piccola attività in proprio. Si tratta in realtà di una bottega che si occupa della pettinatura del lino, cioè soltanto di uno dei passaggi dal prodotto grezzo a quello finito, inserendosi così in una catena di semilavorati. La sua bottega riscuote molto successo tanto che, tra il 1722 e il 1725, ne impianta altre due a Glerie di Moggio e a Caneva di Tolmezzo riuscendo a controllare così l’intero ciclo produttivo di tele miste di canapa e di lino stampato, tessuti simili a quelli realizzati in Austria e Germania, grazie anche all’attività di numerosi mercanti – informatori, lì inviati per studiare la concorrenza.

L’impresa di Jacopo dà lavoro a moltissime famiglie del circondario: è nelle case, infatti, che le donne realizzano le fasi più semplici della lavorazione, mentre nella bottega avvengono quelle più delicate. In questo modo si risparmia sui costi di produzione e si permette alle donne di contribuire al bilancio familiare, utilizzando un sapere tradizionale delle genti carniche per scopi industriali e portando un certo benessere nelle vallate.

Tanto per dare i numeri: nel 1726 dalla sola manifattura di Moggio escono 3000 pezze di tessuto e sono impiegati 200 tessitori e 2500 filatrici a domicilio.

L’ imprenditore diventa anche mecenate, contribuendo a costruire ricche dimore e a restaurare chiese ed edifici pubblici.

Tra il 1735 e il 1747, anno della sua prematura scomparsa, Jacopo ingrandisce ancora di più la sua azienda: acquista un podere di 600 campi a San Vito al Tagliamento che destina alla coltivazione e alla pettinatura del lino; apre una sorta di “lazzaretto per filati” a Capo d’Istria usato per sanare le materie prime provenienti dall’Ungheria e dalla Slesia, colpite da una grave epidemia; costruisce una nuova fabbrica a ovest di Udine; diversifica i suoi prodotti, vendendo nelle sue botteghe non solo vari di tipi di tessuti, ma anche beni di prima necessità per i contadini, ad esempio formaggi e olio, scatenando ovviamente le ire degli altri commercianti. Non è tutto: egli riuscirà anche a a coniare una moneta propria da usare per acquistare prodotti nei suoi negozi e con cui in parte pagherà i suoi dipendenti.

Grazie ai suoi ottimi canali commerciali e ai numerosi e puntuali vantaggi doganali che il governo della Serenissima gli concede in via straordinaria rispetto agli altri concorrenti, Jacopo riesce a portare le sue merci nelle piazze commerciali di Cadice e a Costantinopoli, porte principali per le Americhe e per l’Asia.

L’impresa si conclude nel 1747, anno in cui muore prematuramente. In seguito alla sua morte, l’azienda passa ai figli che però non riescono a gestirla e, complice anche la decadenza della Serenissima, chiuderà definitivamente i battenti nel 1814.

Insomma, Jacopo Linussio è stato un vero e proprio self-made-man, un illustre antenato di tanti imprenditori del Nordest contemporaneo che, grazie agli ingredienti citati all’inizio di questo articolo, hanno saputo farsi strada nel mercato e reso il proprio marchio famoso in tutto il mondo.

Per approfondire questa storia consigliamo di visitare palazzo Linussio Fabiani, dimora di Jacopo, a Paularo.

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