Viale Grigoletti, una sera come tante. Sono in auto, davanti ad un semaforo rosso e mi sto dirigendo dal centro di Pordenone verso casa. Mentre immagino la cena e soprattutto la lettura di un romanzo lasciato ad un punto cruciale, un tarlo comincia a pungolarmi (del resto si sa che i più urgenti pruriti della conoscenza vengono proprio davanti al semaforo): che cosa avrà mai fatto Michelangelo Grigoletti per vedersi dedicare una strada così trafficata? Rimandata quindi la mia lettura leggera, comincio a cercare risposta alla mia domanda. Ecco quello che ho scoperto.

Michelangelo Grigoletti nasce a Rorai Grande nel 1801 da una famiglia contadina numerosa e modesta e  fin da bambino dimostra un interesse per il disegno. I suoi schizzi arrivano nelle mani giuste, quelle dello  zio don Lorenzo Grigoletti che non ha dubbi: il ragazzo ha talento ed è disposto a finanziargli gli studi purché non abbandoni fogli e matite.

Michelangelo a 19 anni lascia Rorai per l’Accademia delle Belle Arti di Venezia dove comincia a distinguersi vincendo numerosi concorsi. Non è solo bravura, ma anche necessità: nel 1823, infatti, viene chiamato al servizio di leva nell’esercito austriaco a Udine, ma il Comune di Pordenone indice una colletta per mandare un sostituto permettendogli così di terminare gli studi.

Per mantenersi a Venezia, il contributo dello zio don Lorenzo e un piccolo sussidio del governo austriaco non sono sufficienti, perciò anche Michelangelo, come molti di noi studenti fuori sede, si trova una serie di piccoli lavoretti: esegue disegni preparatori per uno stabilimento litografico, impartisce lezioni private di pittura, dipinge ritratti di borghesi veneziani. Il ragazzo vorrebbe dedicarsi a soggetti storici, letterari, pale d’altare, non solo a ritratti, e l’occasione arriva nel 1832, quando gli viene affidato l’incarico di dipingere una copia de L’adorazione dei Magi di Francesco Zuccari da esporre a San Francesco della Vigna a Venezia, quadro che rappresenta il decollo definitivo della sua attività.

Il nostro Michelangelo non dipinge solo per i veneziani, ma anche per i triestini e addirittura per l’imperatore Ferdinando I d’Austria che, nel 1838, durante un viaggio a Venezia, gli commissiona un quadro di cui può scegliere il soggetto. Questa è veramente un’opportunità d’oro! Il soggetto scelto è l’ultimo colloquio del doge Francesco Foscari con il figlio Jacopo e Grigoletti lo completerà nel 1843, partecipando alla consegna dell’opera a Vienna.

In questo periodo inoltre, gli viene commissionata una pala d’altare per la basilica di Esztergom, in Ungheria. I successi conseguiti fuori dall’Accademia vanno di pari passo a quelli ottenuti al suo interno: nel 1839 viene nominato assistente alla cattedra di Elementi di figura e dieci anni più tardi, nel 1849, ne diventa docente titolare. Al professor Grigoletti non manca mai il lavoro, infatti in questi anni stipula contratti per la realizzazione di diverse pale d’altare per le chiese di Agordo, Trento, Udine, Pordenone e Cordenons, senza dimenticare Rorai Grande, a cui nel 1865 dona un dipinto raffigurante Santa Lucia, ancora esposto nella chiesa parrocchiale.

Michelangelo si spegne nel 1870 a Venezia dopo una breve malattia. Non escluderà nessuno dal suo testamento: la madre, i fratelli, i nipoti, la governante Marietta riceveranno oggetti e denaro, mentre agli amici Cecelio e Gaspare lascia, tra le altre cose, colori, pennelli e cavalletti, ciò che di più prezioso, insomma, un pittore possiede. Anche Pordenone si vedrà citata nel testamento, ereditando diversi quadri che, assieme a quelli successivamente donati dagli altri eredi, costituiranno il primo nucleo del Museo Civico d’Arte di Palazzo Ricchieri.

Non so se è un caso che, tra tutte strade di Pordenone, al nostro Michelangelo sia stata dedicata proprio quella che da Rorai Grande porta al centro della città e, attraverso Corso Garibaldi e Corso Vittorio Emanuele, dritto a Palazzo Ricchieri. A me, comunque, piace pensare che non lo sia.

 

L’immagine rappresenta il dipinto I due Foscari di Grigoletti conservato al Kunsthistorisches Museum di Vienna.

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