Se all’epoca della visita della Società Filologica Friulana nel territorio di Aviano nel 1975 Giovanni Frau notava come la gente della zona non sentisse le sue parlate come friulane e tendeva anzi a venetizzare, bisogna anche dire che dalla fine degli anni Novanta, cioè dall’epoca della legge di tutela della lingua friulana, il senso di appartenenza alla friulanità è aumentato, un po’ come lungo tutto il confine linguistico con il veneto, e oggi parlare la variante locale di friulano o persino scriverci è qualcosa di ben visto e sentito come autenticamente locale. L’esempio che riporterò ora è tratto dal gruppo Facebook “Sei di Aviano se…”, in cui abitanti del paese condividono foto e informazioni sul paese, e parla dell’usanza di fare l’arco nuziale:

“al de che se fai l’ arco al è sempre un evento, che al tacava al dopo mesdè quant se deva a tuò le ciane cargane: prima se taava chele pi luonge par creà la struttura, poi chele par fultìlo e al era sempre un che al diseva che ne avevane taàt massa o massa puoce. Alla sera se ciatane a ciasa dello sposo o sposa e doth quains se era ingeniers e architetti esperti de archi…” (versione originale in dialetto avianese)

“il dì che si fâs l’arc al è simpri un acjadiment, che al tacave il daspò-misdì quant che se lave a cjapà lis cjanis garganis: prin si tajave chelis plui lungjis par creâ la struture, po chelis par infultîlu e al jere simpri un cal diseve che’nt vevin tajadis masse o masse pocjis. Sotsere si si cjatave a cjase dal spôs e de nuvice e ducj quants si jere ingegnîrs e architets esperts di arcs…” (versione tradotta in koinè friulana)

“il giorno in cui si fa l’arco è sempre un evento, che iniziava nel pomeriggio quando si andava a prendere le canne: prima si tagliava quelle più lunghe per creare la struttura, poi quelle per infoltirlo e c’era sempre uno che diceva che ne avevamo tagliate troppe o troppo poche. La sera ci si trovava a casa dello sposo o della sposa e tutti quanti si era ingegneri e architetti esperti di archi…” (versione tradotta in italiano)

Nel commento del 14 giugno 2014 ad un post del 13 dello stesso mese, si notano molte delle caratteristiche indicate in precedenza, oltre all’influenza dell’italiano (“arco”, “evento” “sempre”, “sposo”, “architetti esperti”, “archi”), e del veneto (“tuò”), e si notano anche molte ragioni che indicano come la parlata sia prettamente friulana, grazie anche al confronto con la versione in koinè.

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