La pedemontana friulana è una zona densamente popolata, un susseguirsi di paeselli in perdere la giusta direzione è impresa assai più facile del previsto. A fronte di pochi “grandi” centri come Spilimbergo e Maniago, che da sempre svolgono un indiscutibile ruolo di riferimento geopolitico, la realtà locale è costituita da piccoli comuni che raramente superano le 2500 anime. Ed è proprio in questi luoghi che si concentra la nostra ricerca, per dare il giusto risalto alle perle che il nostro territorio ci nasconde, quasi a volerle inconsciamente proteggere.

Tuttavia il nome di Sequals non risulterà di certo nuovo agli appassionati di boxe e nemmeno agli amanti del parapendio: se per questi ultimi Sequals è, assieme ai vicini Meduno e Travesio, la porta naturale per i monti Ciaurlec e Valinis, veri e propri paradisi per gli audaci praticanti di questa disciplina; per i primi è quasi spontaneo associare la cittadina alla figura del pugile Primo Carnera, che qui nacque e morì, per essere poi seppellito nel cimitero locale.

A testimonianza del legame tra Carnera e la sua terra natale rimane oggi la splendida villa con giardino fatta edificare dal campione friulano negli anni Trenta, un piccolo grande gioiello di architettura che ben rispecchia la mescolanza tra i canoni dello stile liberty in voga all’epoca, i gusti e le esigenze del proprietario e le influenze avanguardiste del giovane progettista Mariano Pittana. Acquistata alcuni anni fa dal comune di Sequals, la villa è stata ristrutturata ed adibita a museo, ora gestito da un gruppo di volontari. Da segnalare, all’interno della dimora del boxeur, oltre alla mostra di cimeli, fotografie e documenti che ne ripercorre la vita, il ciclo di opere a fresco dell’artista Giuseppe Barazzutti e la possibilità di visitare la palestra privata del campione friulano, dove, tra gli altri, è conservato un paio di guantoni appartenuto al leggendario Muhammad Alì.

Rimanendo in tema di ville, nella frazione di Lestans si trova villa Savorgnan, che a partire dal Cinquecento fu residenza estiva degli omonimi conti feudatari. L’edificio fu ridisegnato nel Settecento sul modello della classica villa veneta, caratterizzato da un grande salone centrale identificabile dall’esterno per l’elegante balcone a triportico. Oggi il palazzo è stato trasformato in centro culturale, che ospita in maniera permanente una raccolta di reperti archeologici preistorici e rinascimentali ed una mostra sulla civiltà contadina. Sempre a Lestans  la chiesa di Santa Maria Assunta raccoglie un notevole ciclo di affreschi di Pomponio Amalteo su episodi del Vecchio e Nuovo Testamento.

Per l’ultima parte della nostra esplorazione vi consigliamo invece di munirvi di bicicletta o, per i più sportivi, di procedere piedi lungo i tanti sentieri che percorrono le colline tra Lestans e Sequals. Tappa obbligatoria sono le rovine del castello di Solimbergo, resti di una fortificazione di cui si ha notizia già nel 1186, probabilmente eretta a difesa della strada che dal Friuli portava alle regioni germaniche. Da qui, tra vari saliscendi, si piega verso la chiesetta di San Zenone, risalente al Trecento ma edificata su un edificio assai più antico; tanto che, secondo la leggenda, nel prato antistante la chiesa sarebbe sepolta una tacchina d’oro a grandezza naturale, lasciata lì nientemeno che da Attila in persona durante il saccheggio della nostra penisola.

È tempo di scendere verso il capoluogo comunale, per anni patria di abili terrazzieri e mosaicisti (tra cui anche il padre di Primo Carnera) la cui sapienza è confluita nella vicina Scuola per mosaicisti di Spilimbergo. Tra le testimonianze dell’abilità di questi artisti ci sono la scala in pietra e il pavimento musivo della Chiesa di Sant’Andrea, oltre che le varie opere sparse per le vie del borgo. Merita sicuramente una visita anche la cinquecentesca chiesa di San Nicolò, decorata dalle sculture del Pilacorte, del cui scalpello è anche la fonte battesimale presente in Sant’Andrea.

Qui termina il nostro giro, ma se lasciando il paese all’osteria della piazza sentirete un anziano signore raccontare di una grotta nei dintorni, dove il diavolo gioca a carte con i suoi compagni di misfatti, fatevi spiegare dove si trova il Cret di Pascalat e fatevi indicare una grande roccia dove potrete riconoscere una grande impronta, che vi diranno essere del demonio in persona. Prendetela con spirito, perché è la consuetudine di chi vive a contatto con la montagna: laggiù, nel profondo del bosco, c’è sempre un pizzico di mistero che dà il là a tante belle storie.

 

Photo by: Flickr, Prophile: felice1953 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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