Le novità, si sa, intimoriscono. A volte il timore si trasforma in ammirazione, altre volte la paura diventa non accettazione. E forse è proprio questa seconda possibilità che rischia di intraprendere l’ultima opera firmata da Davide Toffolo.

Ma in questo caso parliamo di una novità che nella città di Pordenone non dovrebbe essere considerata tale.

Stiamo parlando di King Kong, il gorilla bianco che si distende placidamente lungo Vicolo delle Acque, creato dal cantante dei Tre Allegri Ragazzi Morti.

Pordenone ospita Pordenonelegge, Dedica, ha in mostra opere di un artista come “Il Pordenone” e offre una quantità di possibilità a livello culturale tra le prime in regione, superando addirittura Udine.

Egli era il re, era il dio di quel suo mondo. Ma ora è nelle mani della civiltà: è un semplice prigioniero che serve a soddisfare la vostra curiosità. Signore e signori, ecco Kong: l’ottava meraviglia del mondo.

Recita così, quasi profeticamente, Robert Armstrong nel film “King Kong” del lontano 1933. Perché è proprio questa la fine che rischia di fare il gorilla di Davide Toffolo: mangiato dalla stessa città dove risiede.

Come è possibile che una delle città che, apparentemente, sembrano aprire le loro porte a una vastissima quantità di materiale artistico, non riesca ad accettare che l’arte diventi protagonista anche nel centro storico della città?

Tutto nasce da una mancanza di comunicazione: i commercianti del vicolo volevano ridare vita alla via, decidendo così di pagare di proprie tasche la produzione dell’opera. Ma si sono dimenticati di avvisare i condomini che, possedendo il muro dove “il gorilla bianco” giace, ma ai quali non hanno fatto firmare alcuna autorizzazione, ora hanno la volontà (e legalmente la possibilità) di cancellarlo.

Ma a questo punto nasce spontaneo chiedersi se, con la creazione della raffigurazione, quel muro sia diventato un po’ di tutti, e non solo dei condomini.

Questo non significa che automaticamente, quando una qualsiasi persona crea un graffiato sul muro, ne diventa anche possessore. No, questo è un caso diverso.

Parliamo di un concittadino, di un artista riconosciuto a livello nazionale, che ha “donato” alla sua città un’opera. Non un semplice graffico, ma una vera produzione artistica.

Questa ai condomini può piacere o non piacere, ma questo fa parte del gusto personale di ogni individuo, che deve andare oltre il riconoscimento artistico della produzione, che in questo caso è inequivocabile.

In difesa del gorilla sono arrivate in fretta associazioni, come Il ballo della Scrivania, e personaggi famosi come Remo Anzovino (un altro pordenonese) e lo scrittore Massimiliano Santarossa che usa queste parole:

«Il più grande artista della “mia” città si chiama Davide Toffolo. Qualche mese fa ha donato questo meraviglioso murales a Pordenone, alle sue mura, al suo immaginario. Ora alcune persone vorrebbero farlo cancellare. Spero che chi di dovere salvi questa autentica opera d’arte. Pordenone è – e deve rimanere – Città delle Culture»

 

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