Un’interessante scoperta dell’ultima edizione del festival è stata Lisa Kemmerer. Filosofa ed ecologista statunitense di origine svizzera ha saputo regalare al pubblico a Pordenone delle riflessioni che non capita spesso di sentire in maniera così chiara e scientificamente supportata.

Il suo libro, Mangiare la terra (ed. Safarà) conduce un’indagine serrata riguardante il nostro impatto sul pianeta. Lo sguardo che decide di utilizzare è tra i più ampi possibili: l’intento dell’autrice è fare un’analisi a °360 gradi dello sfruttamento del pianeta da parte dell’uomo, analizzando in particolare il mondo dell’alimentazione. Il sottotitolo del libro in questo senso è emblematico: etica ambientale e scelte alimentari.

Lisa Kemmerer è un’intellettuale estremamente schierata: ambientalista e vegana, vede nell’industria alimentare il principale problema che affligge non solo il nostro pianeta, ma anche la nostra salute e la nostra etica. L’allevamento animale, infatti, oltre a richiedere immense quantità di acqua e una grandissima percentuale di ciò che coltiviamo, secondo i dati da lei raccolti dà prodotti che fanno male alla salute umana (in questo senso è stata interessante anche la dichiarazione di un po’ di tempo fa sul consumo di carne rossa dell’OMS) e rappresenta una scelta non etica perché produttrice di sofferenza ad altri esseri viventi.

Se non fosse abbastanza l’allevamento richiede grandissime quantità di medicinali e le deizioni animali sono tra le prime cause di inquinamento da anidride carbonica. Insomma, secondo la Kemmerer usiamo così tante risorse per ricavare prodotti che per noi sono dannosi e che per di più, creano disuguaglianze a livello globale e favoriscono, in ultima istanza, il fenomeno della fame del mondo.

Questo tema molto spinoso e molto controverso, ma anche altrettanto centrale nella riflessione sul nostro tempo è affrontato dalla Kemmerer sì in maniera schierata, ma anche in maniera estremamente documentata. Non serve prestiate ascolto a me: basta prendere in mano il libro Mangiare la terra per rendersi conto della mole di documentazione raccolta ed elaborata per formulare le tesi contenute nel libro.

Se da un lato, dunque, la durezza delle informazioni e l’estremismo della proposta dell’autrice è palese, dall’altra è necessario ammirare il rigore scientifico con cui queste tesi vengono presentate. Una lettura sicuramente interessante.

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