Il Picolìt è un vino che personalmente amo e di cui voglio raccontare la straordinaria storia.

Il suo nome, molto probabilmente, deriva dal termine “pècol-picòl”, che significa peduncolo e sottolinea la morfologia di un grappolo dal peduncolo rossiccio e di grosse dimensioni.

La sua storia nasce nel lontano 1682 al quale risale la più antica prova dell’esistenza di questo vino. Non si tratta di un prodotto nato dal caso, bensì da un’idea scaturita dalla mente del Conte Fabio Asquini da Fagagna, eccellente agronomo di quegli anni. Si narra che la sua produzione coincida con le difficoltà per il papato e le nobili casate di procurarsi durante il 700’ il pregiatissimo Tokaji ungherese. Ispirandosi a questo prodotto ottenuto da uve fortemente passite, l’Asquini, seppur astemio, provò a creare un vino che rispecchiasse le caratteristiche del nobilissimo e costosissimo Tokaji e che potesse quindi prenderne il posto; introdusse dunque nel mercato del diciottesimo secolo un prodotto proveniente dal cuore del Friuli, molto dolce, quasi mieloso e dal elevato grado alcolico che ne garantiva la conservabilità durante i lunghi viaggi verso la selezionatissima clientela.

Nonostante il prezzo di questo vino fosse addirittura 29 volte superiore alla media dei prezzi di quegli anni, quest’abile operazione ebbe un successo strepitoso e nel 1785 la produzione di Picolìt raggiunse il massimo storico per quel secolo, con 4757 bottiglie da 0,61 litri vendute.

Arrivando ai giorni nostri, grazie ad una sempre più attenta e moderna coltivazione della vite, possiamo ammirare un autentico capolavoro della viticoltura friulana. Si tratta di una varietà d’uva che per naturale conformazione del fiore produce davvero pochi acini per grappolo (circa 0,5 kg d’uva per ettaro). La scarsa produzione è compensata da una qualità elevatissima; l’appassimento e la successiva torchiatura gli conferiscono il corpo dolce e liquoroso che lo contraddistingue, l’invecchiamento in piccoli caratelli ne affina nel tempo profumi e aromi che vanno dalla frutta matura a sentori di spezie. Grazie alla sua dolcezza e liquorosità si abbina molto bene alla pasticceria secca ed ai formaggi erborinati, ma molto apprezzato è anche l’accostamento che lo vede compagno di ostriche e frutti di mare.

Lascia un commento