È una domenica di ottobre – siete usciti di casa solo perché qualche raggio di sole mitiga il freddo autunnale – e state passeggiando per Udine quando vi imbattete in Piazza Gerolamo Venerio. Piazza: non che lo sembri effettivamente; non è certo come Piazza Libertà con le sue architetture veneziane; non è piena di vita come Piazza San Giacomo, con i suoi bar, i suoi negozi; non è nemmeno Piazza XX Settembre con il suo chiassoso mercato. In effetti sembra più il risultato di una “mutilazione” della città; uno spazio non voluto, chiamato “Piazza” per giustificarne la presenza. Se vi avvicinate scorgete subito una pavimentazione curiosa: marmo lucido che si perde in linee irregolari. A questo punto siete troppo curiosi: prendete il vostro smartphone. Andate su Google. Digitate “Piazza Venerio, Udine”. Scoprite quindi che quella pavimentazione così curiosa rappresenta la planimetria dell’antico Palazzo Savorgnan prima che fosse distrutto. Motivo?

Torniamo al giovedì grasso del 1511. È passato meno di un secolo da quando Venezia si è impadronita della Patria del Friuli; la Serenissima sa che la nostra terra è un passaggio obbligato per le truppe nemiche, unico loro pensiero è quindi fortificarla. Il popolo e i suoi enormi disagi non vengono tenuti in minimo conto. Ma questo lo sappiamo fin troppo bene. Data la scacchiera, disponiamo le pedine: da una parte ci sono i çambarlans, il popolo, guidati dal nobile Antonio Savorgnan, comandante delle cernide di Udine, le milizie armate contadine; dall’altra parte troviamo gli strumîrs, nobili friulani capitanati dai Della Torre.

Il 27 febbraio Antonio Savorgnan allarma Udine per delle truppe in arrivo. Chi siano – amici, nemici – è difficile da dire ma, richiamate le cernide, esce da Porta Aquileia non trovandosi nessuno di fronte. Le truppe scorte non erano che cividalesi sotto il comando di suo nipote Alvise. È palese il suo piano: ora che i contadini sono in armi basta molto poco affinchè i suoi bravi li sobillino mettendo a ferro e fuoco Udine. I palazzi nobiliari vengono assaltati e saccheggiati. I nobili uccisi e abbandonati per le strade. Con le loro vesti, nel miglior spirito di Carnevale, si inscenano grandi e macabre mascherate.

Il Savorgnan, non compromesso ufficialmente con la rivolta, è ora l’unico padrone della città. Ma esattamente un mese dopo, Udine subisce un terremoto e una terribile epidemia di peste: segni del giudizio divino. Un anno dopo gli strumîrs hanno la loro vendetta: il Savorgnan è assassinato all’uscita del Duomo di Villaco: così alla “giustizia di Dio” si aggiunse la “giustizia degli uomini”. Il governo di Venezia ordinò la distruzione del palazzo Savorgnan nel 1549 lasciandone i ruderi come monito.

Ma il Venerio alla cui piazza è dedicata la memoria? Chi era costui? Vissuto a cavallo tra Settecento e Ottocento, Girolamo fu uno dei pionieri della meteorologia che qui aveva la sua abitazione con annesso osservatorio scientifico. Le sue osservazioni meteorologiche – che occuparono quarant’anni della sua vita – riferiscono pressione e temperatura dell’aria, piovosità, venti: tutte registrate quotidianamente. I dati raccolti furono integrati dalle osservazioni sulla vegetazione delle piante in rapporto all’andamento stagionale, dai dati sui  tempi e sulle temperature necessari per la maturazione del frumento, della vite, del gelso, e molte altre. Contributo importantissimo per un Friuli ancora estremamente povero e dedito prevalentemente all’agricoltura, e di cui godette solamente la nostra regione.

Storia, storia e ancora storia. Siamo sicuri di essere nella rubrica Voli sul territorio? In effetti i monumenti della piazza sono ben pochi – anzi, nessuno – se escludiamo la pregevole Chiesa trecentesca di San Francesco, oggi sconsacrata.

La decisione di buttare proprio qui un voli è presto detta. Quanti di voi conoscono Girolamo Venerio? Quanti hanno mai saputo il significato di quelle linee sulla pavimentazione? Nonostante non sia una delle grandi attrazioni di Udine, penso che molte volte il più insospettabile, semplice, scarno – anche antiestetico – dei luoghi nasconda in sé una bellezza nascosta fatta di storia, personaggi e cultura, che può anche mettere in ombra molti altri splendidi – e ben più visitati – monumenti.

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