“La paura è una grande passione, se è vera dev’essere smisurata e crescente. Di paura si deve morire. Il resto sono piccoli turbamenti, spaventi da salotto, schizzi di sangue da pulire con un fazzolettino. L’abisso non ha comodi gradini.”
Chissà perché, quando pensiamo ai grandi scrittori, ne parliamo come se fossero quasi degli dei, degli esseri non umani metà uomo e metà libro, talmente in simbiosi con la loro scrittura da essere privi delle sensazioni e dei bisogni di noi semplici uomini. Come la paura. Uno scrittore ha paura? Stefano Benni ha risposto a questa domanda attraverso il mezzo che più gli permette di esprimersi: un libro.
“Cari mostri”, uscito a maggio 2015, è composto da 25 racconti che raccolgono alcune fra le sue più intime fobie, nonché molte fra quelle che lui ritiene le nuove paure legate al progresso ed all’evoluzione della nostra società. Ma quali sono queste paure? Sono quei timori reconditi, nascosti dietro la porta della nostra mente e del nostro cuore, quelli che non conosciamo e dei quali ci spaventa anche solamente l’idea. E la letteratura, la lettura, la scrittura sono i mezzi migliori per entrare in contatto con tali paure, analizzarle e comprenderle per riuscire infine ad esorcizzarle.
Venerdì 18, Benni ha presentato il libro a pnlegge attraverso un reading esclusivo ed emozionante al Teatro Verdi. La potenza della sua straordinaria capacità descrittiva, la sua lettura espressiva ed entusiasmante, insieme all’accompagnamento dei meravigliosi pezzi di Riviera Lazeri al violoncello, hanno reso l’esperienza impressiva ed efficace.
L’autore si conferma dotato di un’abilità ineguagliabile nell’evocare situazioni e sentimenti, catturando l’attenzione e gli applausi del pubblico che, come incantato, ha seguito la sua epopea della paura e la sua narrazione fascinosamente inquietante.
E per chi si sta chiedendo quali siano, quindi, le paure di Stefano Benni.. “Cari mostri” vi aspetta in libreria!

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