Oltrepassati da nord i rilievi delle Prealpi bellunesi, nel mezzo della pianura veneta, solcata dai suoi numerosi fontanassi di risorgiva, sorge quella città che Dante, nel IX canto del Paradiso, descrive come “il luogo dove Sile e Cagnan s’accompagna”: Treviso.

Il primo a farne menzione all’interno della sua Naturalis Historia fu Plinio il Vecchio, mentre  Venanzio Fortunato citò per la prima volta il toponimo “Tarvisium”. Senza contare i numerosi richiami compiuti da Paolo Diacono nell’Historia Longobardorum.

Ma dove ha avuto origine il nome Treviso? La questione è ancora oggetto di un acceso dibattito e la risposta si perde tra mistero e leggenda.

Giovanni da Viterbo racconta di come la città sia stata fondata da una popolazione di origine celtica, i Taurisci, seguaci del dio egizio Api, dalle sembianze di toro. Narra di un tempo in cui i Veneti, oppressi dai giganti dell’Istro, sarebbero stati soccorsi dalla divinità affiancata dai Taurisci. I Veneti prevalsero e, per celebrare la vittoria riportata, edificarono Taurisium, la città del Toro sacro.

C’è, invece, chi legge nel toponimo un richiamo ai tre rilievi individuabili oggi nelle zone della Piazza del Duomo, di Piazza dei Signori e della chiesa di Sant’Andrea.  

In epoca romana, Treviso era uno dei principali centri commerciali dell’area compresa tra il Veneto e l’Istria. Conquistata dai Longobardi, passò poi sotto il dominio della Serenissima di Venezia. Ma fu con Federico Barbarossa che conobbe il suo periodo più florido, arricchendosi di grandiosi palazzi e monumenti. Numerose furono le famiglie che si susseguirono al suo governo, finchè non fu inglobata dalla Repubblica di Venezia e divenne parte integrante del Regno d’Italia nel 1866.

Lo scrittore trevigiano Giuseppe Berto racconta, nel celebre romanzo Il cielo è rosso, di uno dei numerosi bombardamenti cui la città fu sottoposta durante la I Guerra mondiale. Mentre, diverse sono le testimonianze che indicano la città quale snodo fondamentale nel corso del II conflitto.

Ma come si presenta, oggi, Treviso agli occhi dei visitatori?

Abbracciata dall’ acqua, grazie ai cagnani del Botteniga e al Sile, è avvolta da alte mura di cinta su cui si inseriscono 3 porte d’accesso: Porta San Tommaso, Porta Santi Quaranta, Porta Altinia.

Entrati nel centro storico, si ha la sensazione che il tempo si sia fermato, venendo catapultati all’interno di “una gentilissima struttura medievale […] che né le distruzioni di guerre, né il cattivo gusto degli uomini riescono ancora a tramutare”.

Ecco Palazzo della Signoria (o della Prefettura) con la sua torre civica, dominare Piazza dei Signori, fiancheggiato da Palazzo dei trecento; e lì, dietro l’angolo la loggetta dei cavalieri.

Aggirando la piazza, ci si imbatte nell’insolita ma caratteristica fontana delle tette,  mentre poco più avanti troviamo Palazzo dei Monti di pietà e la Chiesa di San Vito. E, ancora, Ca’ dei Carraresi, Ca’ Spineda e il complesso di Santa Caterina.

Percorrendo Via Calmaggiore si giunge in Piazza Duomo sulla quale si affaccia l’imponente edificio neoclassico.

Allontanandosi dal centro, ci si imbatte in numerose piazze minori e edifici ecclesiastici, come la Chiesa di San Nicolò o il Convento di San Francesco.

E come dimenticare Ponte Dante, l’isola della pescheria, Palazzo Scotti, Palazzo Giacomelli o l’antica ruota del mulino?

Treviso è questo e molto di più. Patria del radicchio, nota per il prosecco locale, vanta anche i natali di uomini illustri, artisti e scrittori di grande fama.

E, questo, è solo l’inizio di un viaggio che vi porterà alla scoperta della cultura, delle tradizioni, dei sapori e dei profumi di cui questa città è scrigno.

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