La peste. Una grave malattia infettiva di origine batterica causata dal batterio Yersinia pestis. Diffusa in antichità e nel Medioevo, le ultime epidemie in Occidente sono avvenute tra ‘700 e ‘800.
Una malattia ormai debellata nel mondo occidentale. Tuttavia proprio nel mese di giugno 2015 c’è stato un caso di peste negli Stati Uniti, nei pressi di Denver, in Colorado. Il sedicenne Taylor Gaes, infatti, nonostante fosse in piena salute aveva avvertito dei sintomi influenzali, poi scaturiti nella morte per setticemia proprio dovuta alla peste, non diagnosticata immediatamente dai medici. Alcuni tipi di insetti possono contrarre il morbo da dei roditori morti e infetti, per poi trasmetterlo agli umani. Certamente sono casi rarissimi, essendo solo alcuni tipi di zanzare in grado di trasmettere la malattia ed essendo questa curabile mediante somministrazione di antibiotici se individuata per tempo.

Sapevate che proprio la nostra città di Udine è stata colpita da diverse epidemie di peste durante il ‘500?
La più famosa e letale avvenne nel 1556.
In quell’anno, il commerciante Gioseffo da Muggia acquistò una partita di materassi a Capodistria, pensando di aver fatto un grande affare. Prima di trasportarli nella sua bottega a Udine per rivenderli, tuttavia, li depositò a Venezia. Fu questo il secondo grande errore del commerciante. Sia a Capodistria che a Venezia, infatti, c’era stata la peste. La malattia arrivò quindi a Udine insieme ai materassi, causando ben 827 vittime.

I primi colpiti dall’epidemia furono proprio Gioseffo e la sua famiglia. In seguito la malattia si espanse nel vicinato e nel resto della città. Fu identificato il focolaio e il contagio dalle autorità, e si proibì il commercio di alcune merci provenienti da fuori città. Non basto però a calmare la popolazione: dopo altri casi di peste, infatti, ci furono diverse sommosse e azioni di violenza da parte di un gruppo di facinorosi, specialmente contro i commercianti.
Dovette intervenire il Luogotenente Domenico Bollani (a cui è dedicato l’arco Bollani, all’inizio della salita del castello da Piazza Libertà) che, in qualità di responsabile dell’ordine pubblico della città udinese, fece impiccare i violenti e bandì alcuni commercianti da Udine.

Questo l’episodio più particolare, ma ci furono diversi contagi anche negli anni successivi, che quindi nella fine del XVI e nell’inizio del XVII secolo (Manzoni riportò la terribile epidemia del 1629-30) causarono numerose morti anche nella nostra città.

L’unico antidoto diffuso a quei tempi era semplice: l’isolamento.
Già nel 1445, infatti, il Consiglio maggiore di Udine aveva deciso di costruire un lazzaretto fuori città dove porre gli appestati al fine di limitare il contagio. Nacque così il lazzaretto di San Gottardo (nella foto, un “medico della peste”).
Non bastò, però, a evitare le epidemie. Ma da cosa erano causate? Sicuramente dalle condizioni igieniche della città, peggiori di quelle delle campagne circostanti. È documentato come nel ‘500 Udine fosse una città maleodorante, con strade dissestate e piene di acqua piovana, con rogge piene di rifiuti di ogni genere (delle rogge di Udine, non solo con questa connotazione negativa, ne abbiamo parlato qui) e altri elementi che la rendevano molto sporca e poco abitabile, come molte città erano a quel tempo.

C’era anche un altro rimedio, però: maghi e streghe dell’epoca, infatti, erano molto consultati in caso di epidemie, e nel caso della peste avevano fatto diffondere anche presso i nostri territori un elexir, che avrebbe dovuto guarire i malati colpiti dall’epidemia e risolvere anche molti altri problemi. È solo una leggenda, ma sembra che nel ‘500 anche a Udine erano diffusi questi “antidoti magici”.

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