Dietro qualsiasi bottone che premiamo di qualsiasi dispositivo che usiamo c’è una matematica complessissima, fatta di matrici e calcoli che non siamo in grado di comprendere; noi ignoriamo perfettamente tutto ciò, ma esiste. Ed è proprio questa disciplina al centro del dialogo fra Paolo Zellini e Chiara Valerio, rispettivamente matematico di professione e matematica/scrittrice.
Nel suo ultimo libro, Storia umana della matematica, Chiara Valerio sostiene che la matematica sia nata in seguito alla necessità degli esseri umani di misurare il tempo. Ma qual è davvero il rapporto fra questa difficile materia e la vita dell’uomo? Di solito – comincia il professor Zellini, autore di Breve storia dell’infinito – tendiamo a separare i due concetti, a dividere l’idea fredda che abbiamo dei numeri, dalle sensazioni e le situazioni effimere che caratterizzano la vita; eppure, il libro di Chiara riesce a fare proprio questo: attraverso le storie delle vite di studiosi e ricercatori, lega perfettamente i due elementi.
La matematica/scrittrice, dal canto suo, vede Paolo Zellini come un “Virgilio” che conduce le persone reali attraverso l’apprendimento di qualcosa di astratto come l’infinito; definisce il collega «ossessionato» dalla matematica e dalle sue sfide. E in effetti – replica il professore – per occuparsi di questa disciplina bisogna essere animati da sentimenti forti, perché «la matematica è un mestiere pericoloso, un confronto intimo e continuo con il fallimento, è un esercizio (anche fisico) molto violento». Anche Chiara Valerio concorda con questa descrizione: «La matematica è una scelta difficile, è repentina e ti entra dentro. Ho smesso di insegnare e studiare matematica non perché sia stata io a lasciarla, ma perché lo ha fatto lei ad un certo punto».
Ma la matematica è, prima di tutto, «grammatica della vita» che ci ha permesso di sviluppare tecnologie incredibili e di osservare l’intera realtà attraverso il suo linguaggio unico. E allora Chiara Valerio non ci intimorisce affatto affermando scherzosamente «Quando sarò Ministro dell’istruzione, tutti faranno un esame di analisi!».
Sono nata il 7 settembre 1997 in provincia di Pordenone e frequento il primo anno di Infermieristica presso l’Università di Trieste. Fastidiosamente pignola e con la testa perennemente fra le nuvole, amo avere sempre un sacco di cose da fare. L’oppure rappresenta per me la possibilità di coltivare attivamente la passione per il giornalismo, condividendo la bellezza dei territori che amo.