Ogni tanto può capitare di sentirsi come una madre premurosa di due bambinetti i cui capricci seguano una certa sincronia. Una madre sicura del fatto che, se uno dei due guarderà con ribrezzo il suo piatto di spinaci, allora l’altro mangerà la stessa porzione con tutta la fretta di cui sono capaci i bambini quando mangiano con gusto.
La montagna impegna troppo i muscoli per permettere al cervello un’introspezione ininterrotta e lineare; il mare è promessa di possibilità, ignoto, dice il Romanziere. Il mare induce i pensieri perchè non stimola la vista; la montagna è sfida, compimento dell’Io, dice il Fotografo.
Le foto di Lorenzo sono il vento che minaccia i picchetti della tenda; il grido di solitaria libertà in cima al crinale; il sentirsi piccoli, in mezzo alla meraviglia dei monti e della volta celeste, che ha gli stessi connotati di un sentirsi grandi. Si possono trovare questi scatti nel suo sito personale e nella sua pagina Facebook.


Ogni tanto, durante le interviste, pongo domande per soddisfare qualche mia curiosità e mi dimentico del bene dell’articolo. Questa è una di quelle: è arrivata prima la fotografia o l’escursionismo? (Ora mi suona molto come una questione tra uovo e gallina).

Ho conosciuto prima la fotografia, successivamente in internet ho scoperto che potevo fotografare le stelle anche con l’attrezzatura di cui disponevo. Ma il cielo di casa non era soddisfacente per il troppo inquinamento luminoso e per ridurre questo effetto “velo” sgradevole dovevo spostarmi in luoghi meno abitati, per cui la montagna.
E così ho provato con la prima escursione, beh, si può dire amore a prima vista? Poi è arrivata la seconda anche se dopo qualche mese, poi la terza e così via. Scoprendo sempre più la natura.
Man mano avevo sempre più voglia di vedere posti e situazioni nuove come quella di misurarmi con me stesso.

Sei da poco tornato dalla Norvegia: cosa ti ha lasciato questo grande viaggio condotto in solitaria?
Nel mio recente viaggio alle Isole Lofoten che ho raggiunto da casa in auto – nella quale ho vissuto e dormito per più di un mese ho visto naturalmente cose bellissime – ho avuto modo di arrangiarmi per risolvere dei piccoli problemi che si verificavano un po’ in tutti gli ambiti. Sono partito con cibo e strumenti che ritenevo mi sarebbero serviti.
Ho avuto modo di vedere l’Aurora Boreale, un fenomeno che ho tentato di vedere già l’anno scorso non riuscendoci per via del meteo avverso che anche quest’anno mi ha accompagnato nascondendo il cielo nelle serate in cui le previsioni davano maggiore attività.
Anche se per il meteo sono stato sfortunato tutto sommato devo dire che mi sono divertito anche se non ero in compagnia, ho visto cose bellissime, ho fotografato in tutte le ore del giorno ed ho dormito pure in tenda qualche notte.
In definitiva cosa mi resta? Esperienze, il ricordo di quei posti e situazioni, e la soddisfazione di essermela cavata senza grossi problemi. E questo mi fa pensare alla prossima esperienza.

Cosa ti guida nella scelta delle tue mete?
La scelta dei posti qui in Italia come all’estero la faccio in base alle possibilità fotografiche. Che poi vado a valutare in base alle difficoltà, periodo dell’anno, posizione geografica.
Non mi viene facile fotografare quando nella scena sono presenti elementi di costruzione umana, e per questo prediligo la montagna , specialmente i luoghi poco frequentati. Mi piace la tranquillità e la libertà di un luogo in cui sono io il solo umano.
Alle volte mi trovo in luoghi in cui quasi sicuramente non passano delle persone da mesi.

Dalle tue fotografie si estrae spesso una sensazione di equilibrio etereo, di silenzio, contemplazione e libertà.
Cerco di fotografare quello che mi piace, ma sto capendo che mi piace la natura, la natura per quello che è. Senza interventi umani, e mi accorgo che molte persone sia giovani che meno non si rendono nemmeno conto di cosa hanno vicino casa. Quindi fotografo anche per fare conoscere le bellezze che sono vicino casa ma sono poco conosciute, sperando di far venire la voglia di staccare gli occhi da uno schermo e di sgranchire le gambe e vedere con i proprio occhi quanta bellezza abbiamo a disposizione. Quasi tutte le persone che sono venute con me per un’escursione, anche se hanno fatto fatica, sono tornate a fare un escursione o mi hanno chiesto di portarli da qualche altra parte! E credo che sia una specie di richiamo alla natura, che anche se comporta sacrificio ci ripaga con felicità, serenità e bei ricordi.

Ogni fotografo ha il suo posto nel mondo, il viaggio dei sogni o il reportage che sente di poter fare totalmente proprio, ma la cui preparazione richiede una pianificazione meticolosa e interminabile: qual è il tuo?
Il mio posto? Non ne ho la più pallida idea.. sto solo cercando di fare il più possibile quello che mi piace.

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