Nel pomeriggio di ieri, a Palazzo Gregoris, la scrittrice saudita Raja Alem ha presentato il suo nuovo romanzo “Khatem, una bambina d’Arabia“, storia della figlia di uno sceicco saudita, ambientata nella Mecca di inizio XX secolo, e parzialmente ispirata all vita dell’autrice. Khatem è una bambina particolare, infatti ha l’aspetto di un ragazzo, e questa sua natura ermafrodita esplode definitivamente dopo l’incontro con un musicista siriano, che l’aiuta ad accettare il suo essere. La morale del racconto, come ha spiegato Raja Aleem, è il diritto di ogni essere umano di rivendicare la sua autodeterminazione e sfoggiare con orgoglio la propria personalità.

A Pordenonelegge si è parlato anche di Shakspeare, insieme al giornalista e critico letterario Piero Dorfles. nell’incontro “Dorfles e i segreti dell’immortalità di Shakespeare“. Parlare del drammaturgo inglese era necessario, dato che questo è il quattrocentenario della sua morte.Secondo Dorfles, il motivo dell’immortalità dell’opera Shakespeariana sta nella presenza di molti punti di modernità che rendono i suoi personaggi e le sue opere estremamente contemporanee.

Un altro incontro interessante si è svolto eri pomeriggio a Palazzo Badini, ovvero “Uscocchi, i pirati del Mediterraneo“, con Umberto Marino che, dialogando con Paola Tantulli, ha presentato il suo nuovo lavoro “Storia degli Uscocchi“, libro storico ispirato da un testo del cinquecento dell’arcivescovo di Zara Minuccio Minucci, dove parla appunto degli Uscocchi, popolazione originaria dell’Est-Europa dedita ai saccheggi e al combattere come mercenari per l’Austria.

In piazza della Motta, nel frattempo, Chiara Frugoni, professoressa di Storia Medievale a Roma-Tor Vergata, ha raccontato la storia dietro ai famosi affreschi della Basilica di San Francesco ad Assisi, e sui suoi particolari nascosti. Dopo aver raccontato all’inizio alcune cose sulla vita del santo patrono d’Italia, la studiosa ha spiegato gli affreschi presenti nella chiesa, soffermandosi sui piccoli particolari poco noti al pubblico, senza fermarsi ad una spiegazione meramente artistica ma anche storica, per rendere più appassionante il viaggio dentro uno dei gioielli del nostro paese.

Al palazzo della Camera di Commercio, si è parlato attualità, in particolare di “Europa si, Europa no“, riguardo alle difficoltà dell’UE e nella costruzione europea, e sulla crescita dei movimenti euroscettici. Lo si è fatto insieme ad un ospite d’eccellenza, l’ex ambasciatore Giorgio Radicati, diplomatico di alto livello oggi in pensione. Radicati ha parlato soprattutto della storia del politico ceco Vaclav Klaus, ex presidente della Repubblica Ceca e tra i più grandi denigratori delle scelte compiute a Bruxelles dagli organismi dell’UE. Si è parlato poi delle sfide che L’Unione dovrà affrontare nei prossimi anni, e sulle difficoltà ad ottenere più integrazione.

In “La notte e l’amore“, due giovani autrici, Simona Sparaco e Valentina D’Urbano, presentano i loro ultimi libri, due storie d’amore diverse: la Sparaco in “Equazione d’amore” prova un parallelismo con la fisica quantistica e la teoria dell’entanglement; in “Non aspettare la notte” invece l’amore è quello di una figlia per la madre, con cui arriva addirittura a tentare il suicidio insieme a lei.

Interessante anche l’incontro “I 3900 delle Alpi“, dove Alberto Paleari ed Erminio Ferrari tentano di sfatare il mito sul fatto che i monti sopra i 4000 metri sano i più belli e spettacolari del pianeta. A questo proposito, Paleari ricorda che nella sua lunga esperienza di guida alpina ha spesso accompagnato gli alpinisti in queste cime meno note e blasonate, ma altrettanto spettacolari. Tuttavia, sottolineano gli autori, non bisogna fraintendere: ci sono cime che arrivano a questa altezza ma sono molto battute, ad esempio il Palù. Questo volume è, insieme, una raccolta di racconti, con una particolare attenzione agli alpinisti che le hanno scalate e alle storie che si nascondo nelle montagne, con in più delle schede tecniche su di esse.

Arriviamo ad orario di aperitivo e ci trasferiamo al palazzo della provincia, dove ha luogo l’incontro “Da Cechov a Putin e ritorno… Escursione tra gli spazi culturali del continente Russia”. L’obbiettivo è quello di capire la Russia e il suo popolo attraverso il territorio e le sue caratteristiche. Gian Piero Piretto, docente di storia russa presso la statale di Milano, spiega come elementi quali il paesaggio, lo spazio e il territorio siano elementi fondamentali nella cultura russa, in particolare lo spazio aperto, quello che quando lo guardi fai fatica a vedere l’orizzonte. “La Russia è il nostro giardino!” afferma un personaggio di una commedia di Cechov: frase emblematica per spiegare l’amore dei Russi per gli spazi ampi; amore su cui anche l’attuale presidente russo sta facendo in parte leva per consolidare il suo potere e perseguire i suoi fini di nuova potenza.

Si ritorna a parlare di Shakespeare al convento di S.Francesco; anzi, lo si mette in scena grazie a Patrizia Cavalli, che ha messo in scena alcuni brani delle opere del grande drammaturgo davanti ad un copioso pubblico. La poetessa italiana ha però prima introdotto il suo libro Shakespeare in scena, che consiste nella raccolta delle traduzioni di quattro opere del Bardo: La tempesta, Sogno di una notte d’estate, OtelloLa dodicesima notte. Dopodiché, Patrizia Cavalli si è finalmente calata nel ruolo di attrice e, nel silenzio della sala del Convento di S. Francesco, ha letto alcuni brani tratti da Otello e da Sogno di una notte d’estate.

“Ogni paese ha la musica che si merita. Un paese di merda merita musica di merda.” Non ci va giù leggero Daniele Bianchessi, celebre regista e scrittore, all presentazione del suo nuovo libro “Storie di rock italiano – Dal boom dei consumi alla crisi economica internazionale“, nel quale segue un doppio binario, quello dell’attualità e quello della musica, per descrivere l’evoluzione, anzi l’involuzione artistica del nostro paese negli ultimi quarant’anni, e dimostrare che in fondo, le vicende storiche e plitiche di un paese incidono anche nell’ambito della produzione artistica. A dialogare assieme a lui a Pordenonelegge, il giornalista, scrittore e musicofilo friulano Andrea Ioime. La tesi di Bianchessi è che per sperare in un rinnovamento non resta che sostenere gli artisti talentuosi, e continuare ad ascoltare quei capolavori senza tempo da cui non si smette mai d’imparare.

A David Maria Turoldo era dedicato il concerto di ieri venerdì 16 settembre al Duomo Concattedrale di San Marco, il Requiem KV 626 di Wolfgang Amadeus Mozart. David Maria Turoldo è stato un grande poeta e letterato friulano di cui si celebra il centenario della nascita. Per celebralo è stata scelta una delle opere migliori di Mozart, un compositore talmente votato alla semplicità, alla chiarezza, alla limpidezza del suono e della struttura musicale, che però in quest’opera si abbandona a un tale abisso di disperazione che amplifica ulteriormente l’impatto all’orecchio degli ascoltatori. Probabilmente il modo migliore per celebrare Turoldo.

Si è tornati sull’attualità a Palazzo Badini, dove Emmanuele Ferragina, sociologo, intervistato dal giornalista Alessandro Gilioli, ha parlato della “maggioranza invisibile“, ovvero giovani precari, NEET, piccoli imprenditori e partite IVA, immigrati, e tutta quella fascia produttiva, che però non sempre viene adeguatamente seguita dalla politica, e nella quale si sviluppano sentimenti anti-politica ed anti-establishment, spesso bollati semplicemente come populismi senza capire il disagio sociale che c’è dietro a questi movimenti. Una situazione che, tra l’altro, si trova anche fuori dai nostri confini, in altri stati europei e pure in USA. l’unica soluzione possibile è ripensare il sistema di welfare, garantendo una rete di protezione a chi vive l’insicurezza sociale.

Lo scrittore Kader Abdolah è di origini iraniane ma vive da 25 anni in Olanda. Nel suo ultimo libro Un pappagallo volò sull’Ijssel, viene introdotto il tema della migrazione spinta dalla necessità di salvare la figlia malata in un paese diverso dal proprio, cioè proprio in Olanda.  La scelta depappagallo non è casuale, nella cultura persiana rappresenta il tema dell’immigrazione: si fa riferimento a un pappagallo indiano in una gabbia, il quale ha un forte desiderio di tornare a casa. Ma l’immigrazione è anche cambiamento, che tocca tutti in quanto fautori dei mutamenti, a partire dalla lingua fino al forgiare nuove tradizioni e abitudini. L’autore ci spiega che la situazione è cambiata molto rispetto a 25 anni fa, quando il nuovo e il diverso veniva accolto a braccia aperte, mentre ora lo si teme e lo si vuole allontanare.

In serata, al Teatro Verdi, divertente nicontro con il climatologo Luca Mercalli e la Banda Osiris, intitolato “Non ci sono più le quattro stagioni“, dove si è ripercorso in maniera molto divertente la storia del clima sul nostro pianeta. C’è però stato spazio per un momento più serio, per ricordare i pericoli climatici di oggi e sensibilizzare il pubblico sul tema, anche in vista dell’accordo di Parigi sulla Cop21.

In pala largo San Giorgio, Paolo Rumiz ha parlato della via Appia, del suo valore, e della sua storia , nell’ambito di un percorso tematico sui luoghi d’italia. Rumiz, per capirci, è stato il primo in due secoli a percorrere la via Appia a piedi, esperienza che gli ha permesso di conoscere meglio un sito di grande rilevanza storica come questo.

Veniamo quindi agli incontri di oggi. Il primo ncontro importante è stata la presentazione del libro L’economia nella mente, scritto a quattro mani da Paolo Legrenzi e Armando Massarenti, rispettivamente psicologo ed editorialista dl sole24ore , in cui viene spiegato che le statistiche dimostrano come l’affidabilità degli esperti, nel campo dell’investimento finanziario, sia più bassa di quella della media dei non esperti. Questo perché sostanzialmente, anche l’economi è scienza uman  e quindi soggetta alle volluttà e alle irrazionalità dell’uomo, aldilà di tutte le previsioni e le teorie che si possano fare.

L’Islam è nostro nemico? Falso!”  Per Franco Cardini l’Islam non è nemico dell’occidente, ne una religione di solo odio e barbarie. Per Cardini, la decolonizzazione ha fornito ai popoli arabi il concetto di libertà ma non il know how di tale ciò ha accentuato i conflitti interni al mondo islamico, che si sono poi riverberati  sull’occidente.  L’Islam è quindi un nemico metafisico e irreale: siamo piuttosto noi ad avere una crisi di coscienza. Questo, ovviamente, senza assolvere totalmente il mondo islamico dalle sue colpe.

A palazzo Badini, Gennaro Sangiuliano, vice direttore del TG1, ha presentato il suo libro Putin, Vita di uno zar“, dove spiega l’ascesa dell’attuale presidente russo, da spia del KGB a Vice-sindaco di San Pietroburgo fino a diventare forse l’uomo più potente del mondo. Secondo Sangiuliano, Putin è il massimo del progresso che la Russia odierna si può permettere. ed è necessario, per l’occidente, accettare ciò e trattarlo da pari, dato anche il grande consenso di cui gode ancora in patria.

Dalla lontana Russia a Pordenone, il passo e breve: perché Pordenonelegge può anche essere trampolino di lancio per progetti e idee di giovani locali.  È il caso di Erica Gaiotti, giovanissima studentessa che è riuscita a compiere il grande salto, pubblicando il suo primo libro a 16 anni. Il lavoro, che porta il suggestivo titolo E ho imparato ad amare la pioggia, che è sato presentato questa mattina a Pordenonelegge. prima di salire sul palco, ci ha concesso un intervista in cui racconta qualcosa di se, la sua storia, le sue ispirazioni, le sue ambizioni.

Al palazzo della Camera di Commercio Il sociologo Alessandro Dal Lago e l’illustratrice e studiosa Serena Giordano hanno parlato di un libro da loro scritto ormai dieci anni fa, Mercanti d’aura, che affronta una tematica fondamentale nella definizione dell’arte contemporanea:“Che cos’è l’aura di un’opera e da cosa dipende? Dal Lago e la Giordano hanno risposto in questo modo: l’aura è una serie di convenzioni e rapporti sociali che fanno di un manufatto un’opera d’arte. L’aura è anche l’insieme dei discorsi che girano attorno a un’opera ed è strettamente connessa con il contesto storico e sociale in cui essa è inserita.

Studiare o non studiare il latino? La domanda è di quelle scottanti e al centro dei dibattiti sul futuro della scuola. Nicola Giardini, professore a Oxford, risponde senza dubbio di si. Perché è la lingua da cui discende direttamente l’Italiano, e anche le lingue dei paesi limitrofi; perché il Latino è una lingua complessa ma bellissima, e la sua complessità la rende ancora più bella, oltre che utilissima per l’esercizio logico. Insieme a Giardini erano presenti due noti docenti di Pordenone, Piervincenzo Di Terlizzi e Roberto Cescon, che hanno sostenuto insieme a Giardini le sue tesi. La chiosa di Cescon è emblematica: “ciò che è facile non pretende nulla da te, è ciò che è difficile che ti aspetta”, citando Erik Riilke.

In tarda mattinata, è stata presentata a palazzo Kleifisch la  Guida alle birre e ai birrifici del Friuli-Venezia Giulia”, scritta da Joe Laise, ex marine ora scrittore e poeta, da Rocco Menna, tecnologo alimentare e da Ottavia Laise, fotografa. La guida contiene la lista dei birrifici artigianali della regione, ed un elenco di pub dove degusatre le birre inserite nella guida.

In Piazza della Motta si è parlato di comunicazione web, nell’incontro “Dimmi come comunichi e ti dirò chi sei“, con Ilvo Diamanti e Marino Niola introdotti da Gian Mario Villalta. Per chi fa di mestiere il giornalista, essere sempre aggiornato su come funzionano i mass medi, e come si evolvono è importantissimo; l’esplosione del fenomeno social network, e la sua evoluzione fino a diventare un business miliardario, ha aperto un nuovo mondo che continuerà ad espandersi. Imparare ad usarlo al massimo della sua potenzialità è la sfida, senza però dimenticarsi delle regole di base del giornalismo, che invece rimangono invariate anche all’evoluzione tecnologica.

In “L’arte di scrivere d’arte“,  il compositore Claudio Ambrosini e lo storico d’arte Giovanni Bianchi hanno espresso un concetto chiaro: non esiste una lettura unilaterale dell’Arte e nulla vieta che un genere artistico possa farsi interprete di un altro. A riprova di ciò il fatto che Ambrosini sia passato dalla musica alla scultura, e afferma “in fondo, nel passaggio son rimasto musicista, perché in fondo il modo di lavorare è lo stesso.”

Sempre stamattina, infine, a palazzo Gregoris, si è svolto uno strano dialogo tra la giovane EugenGiovanni Antonio de Sacchis , detto il Pordenone, uno dei più grandi artisti del ‘500. In un rapido dialogo di botta e risposta tra la professoressa Caterina Furlan, profonda conoscitrice del pittore pordenonese, e la scrittrice Raffaella Cargnelutti, è stato presentato il suo ultimo lavoro dal titolo La lunga notte. Vita e opere di Giovanni Antonio de’ Sacchis detto Pordenone. Il Pordenone appare a Eugenia in un momento di dormiveglia quando la ragazza coglie l’occasione per intrattenere con lui un dialogo «che si compone di serietà mista a spiritosaggine». Come afferma l’autrice, questa è stata una scelta voluta, una scelta incentrata sull’immaginazione di un discorso cordiale, per dar voce a un Pordenone come lei stessa «l’ha sentito» in un continuo via vai tra presente e passato

C’è stato spazio anche per la lettura itinerante, con  “Parole in viaggio… sul fiume“. Questo incontro è stato promosso da Polaris, Amici del libro parlato, una Onlus di San Vito al Tagliamento che dal 2013 si occupa di rendere accessibile la lettura a persone affette da disabilità visiva, disturbi specifici di apprendimento, anziani e, in generale, a coloro che non riescono a leggere autonomamente o in modo tradizionale. A prestare le loro voci in questa bellissima iniziativa, Claudio Moretti, Daniele Venier e Sara Furlan.