Se il panorama dialettale dell’area urbana di Pordenone, come è stato presentato in alcuni articoli del mese di settembre, è prevalentemente veneto al giorno d’oggi, così non è nella zona pedemontana a nordovest della città. La conservazione retoromanza – cioè friulana – è infatti molto più chiara che a Pordenone in zone quali in primis quella di Aviano, ma anche, in parte, di Budoia e di Polcenigo.

Anche se è molto forte il fenomeno d’imitazione della parlata veneta pordenonese oppure liventina, data la vicinanza di città come Pordenone o Sacile con le loro istituzioni educative e lavorative le parlate della zona pedemontana presentano perlomeno chiare tracce della loro realtà linguistica retoromanza, passata o presente che sia: ciò è vero a tal punto, che, sotto l’aspetto dialettale, si può in generale parlare di vera è propria diglossia per questi luoghi. Come sottolineato bene da Giovanni Frau, nonostante i parlanti le sentano come poco friulane, le parlate non imitative di queste zone si possono spesso definire “diversamente friulane”, cioè commiste a elementi veneti, ma ciononostante, molto più friulane di quanto possano apparire a uno sguardo non attento. Nelle sue ricerche su quelle che lui definiva le parlate “retiche”, anche il linguista austriaco Theodor Gartner afferma che le parlate di Polcenigo, Budoia di Aviano sono “Gemenge” , cioè “misture” di friulano e veneto, aggiungendo che man mano che da Polcenigo si muove verso nord la parlata diviene più schiettamente friulana. Pur dando ragione a Gartner, Giuseppe Francescato, in La varietà friulana di Aviano, tenta, attraverso dimostrazioni di tipo prettamente linguistico, di approfondire il discorso, nel tentativo di dimostrare la profonda friulanità della parlata di Aviano, anche con risultati in certi casi sorprendenti.

Se vorrete scoprire in breve quali siano le tracce retoromanze nelle parlate della nostra pedemontana non vi resta che aspettare il prossimo articolo dedicato alle radici del nostro parlare, alle radici della nostra cultura.