Se in Italia si dice “mela” è inevitabile pensare al Trentino Alto Adige, patria per eccellenza di questo frutto amato da tutti. Anche in Friuli-Venezia Giulia, però, da oltre duemila anni, è presente una forte tradizione di coltivazione del melo. Nel I secolo a.C., infatti, nei territori attorno alla città di Aquileia veniva coltivata una varietà autoctona che era apprezzatissima nei mercati di Roma, chiamata “Matiana” o Mazia. Una tradizione che viene confermata, se si pensa al fatto che la mela è il frutto più coltivato in regione, coprendo il 54% della superficie a frutteto. Con i territori di Maniago, Sequals, Spilimbergo, passando per le zone di Codroipo o Mortegliano, fino ad arrivare in Carnia o nelle Valli del Natisone, infatti, si arriva a 1200 ettari di meleti che fruttano più di mezzo milione di quintali di prodotto.

La mela friulana ottiene la certificazione D.O.P. nel 1992, e nel 2003, su iniziativa di Peter Larcher, è stata costituita l’“Associazione per la Certificazione D.O.P. della mela del Friuli Venezia Giulia”, dando vita ai marchi collettivi “Mela Julia” e “Mela Friulana”. Oltre alle varietà più recenti e più comuni, tra cui la Golden e la Red Delicious, la Imperatore, la Granny Smith e la Royal Gala, esistono alcune varietà autoctone che però godono di una produzione minore, specialmente in Carnia o nei territori attorno a Cividale del Friuli.

Con le mele di produzione regionale si produce una sana e deliziosa bevanda naturale certificata: il succo di mele friulane D.O.P.. Senza alcun tipo di sostanza chimica dannosa per il prodotto, proibite dal disciplinare, il succo ha una lunga tradizione, che risale a metà Ottocento. Non solo questa bevanda, però, deriva dal frutto friulano, che si dimostra perfetto in molte preparazioni di dolci, come le golose torte di mele o gli sfiziosi strudel, e anche di altri meravigliosi piatti.

Il piatto regionale per eccellenza con le mele come ingrediente principale, però, consiste senza dubbio nelle frittelle di mele. Chiamate anche frictelle de pomafritulis (in friulano), “frittelle ex pomis” o pomelle, questo dolce risale al 1450, anno in cui il lo chef dei Patriarchi di Aquileia, Martino da Como, iniziò a usare le mele friulane in cucina. Diventò poi un piatto tradizionale friulano che viene tramandato ancora con la ricetta originale. Molto diffuso in tutta la regione, si può assaporare durante molte manifestazioni e sagre regionali, costituendo uno dei dolci più famosi della tradizione. Da abbinare a un buon bicchiere di Picolìt, diventa perfetto per concludere il pasto.

Ingredienti:

  • 100 g di farina di mais
  • 30 g di zucchero
  • un cucchiaio di rum
  • olio extravergine di oliva
  • due uova
  • tre o quattro mele
  • succo di limone
  • zucchero a velo

Le frittelle di mele sono molto semplici da cucinare, richiedono circa 20 minuti di preparazione e 5 minuti di cottura. Con le dosi indicate si possono fare frittelle di mele anche per una decina di persone, ma sono talmente golose che anche un gruppo molto meno numeroso le potrebbe divorare!
Iniziare a fare la pastella con farina, i due tuorli d’uovo, il rum, l’olio e lo zucchero. Se il composto diventa troppo denso, aggiungere uno o due cucchiai d’acqua per ottenere una consistenza migliore). Dopo aver lavorato adeguatamente l’impasto, aggiungere due albumi montati a neve e mescolare il tutto. In seguito, mettere nel frigorifero a riposare.
Sbucciare le mele con un pelaverdure (così si conserva più polpa!) e levare il torsolo. Poi, tagliare le mele a fette di circa mezzo centimetro e farle marinare immerse nel succo di limone, per un paio di minuti. Dopo la macinatura, mettere sul fuoco una padella piena d’olio e aspettare che sia alla temperatura perfetta per la frittura. Asciugare le fette di mela, immergerle nella pastella e porle nell’olio bollente, friggendole da entrambi i lati. Quando sono pronte, farle risposare qualche minuto sulla carta assorbente. Concludere la preparazione con una bella spolverata di zucchero a velo.

Grazie a Il buono del Friuli e a Friuli Tipico per alcune informazioni sulla mela in FVG e sulla ricetta.

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