“Non ho nostalgia della nostra infanzia, è piena di violenza. Ci succedeva di tutto, in casa e fuori, ma non ricordo di aver mai pensato che la vita che c’era capitata fosse particolarmente brutta. La vita era così e basta, crescevamo con l’obbligo di renderla difficile agli altri prima che gli altri la rendessero difficile a noi.

Il curioso successo di questa autrice e il mistero dietro la sua figura che non la identifica in maniera chiara mi ha portato a comprare questo primo volume della sua collana.

L’amica geniale è il primo di quattro racconti della vita incatenata di Elena e Lia due amiche che condividono tutto, a partire dall’infanzia. Elena Ferrante scrive il primo volume nel 2011.

Elena Greco e Lia Cerullo sono nate e cresciute nel rione, uno dei quartieri più poveri di Napoli che l’autrice descrive come se ci volesse far passeggiare per le sue vie e le sue attività commerciali. Le due amiche vivono inizialmente due realtà separate, le scuola elementari iniziano e loro sono subito messe l’una di fronte all’altra perché considerate le più meritevoli della loro classe. In un luogo dove l’ignoranza e la vita del “paesello” prendono il sopravvento, Elena e Lia si ritrovano subito a stretto contatto grazie all’aiuto della maestra Oliviero che sarà la loro promotrice e più ardita sostenitrice dalla loro brillante carriera. Elena e Lia diventano inseparabili ma subito emerge la figura di Lia,una bambina cupa che rimane nascosta sotto a quegli occhi che chiude come fessure per “fulminare” chi tratta con prepotenza lei e la sua amica.

Lia ha un dono: ogni cosa che vede elegge la impara e la memorizza e questo per tutti gli anni, dalle scuole medie alle scuole superiori (che non potrà frequentare) saranno lo svantaggio di Elena che si sentirà combattuta fra un sentimento di dipendenza nei suoi riguardi e di timore sul perché all’amica riuscisse così semplice apprendere e invece lei ci dovesse passare interminabili ore.

Le strade di Lia e Elena si separano quando grazie alla maestra Oliviero, Elena convince i suoi genitori a farsi iscrivere al liceo classico di Napoli. È il momento buono per la giovane di uscire dal rione, di allontanarsi da quell’amicizia che l’ha resa fino ad ora dipendente e di vive “da grande”. Lia di segreto però continua a studiare, nonostante aiuti il padre Fernando e il fratello Rino nell’azienda di famiglia che produce scarpe.

Lia è l’amica geniale. Anche se si è arresa alla vita di paese rinunciando ai suoi desideri di bambina di diventare una scrittrice come Louisa May Alcott. Le due amiche si separano, vivono realtà diverse. Una si sposa, prende casa e affronta la vita “da grande” a modo suo. L’altra è intrappolata nel mondo dei suoi coetanei, dove andare al liceo non ha cambiato il suo modo di vivere al rione perché poi torna a casa e le facce di sempre sono lì, come delle maschere a farle da guardia.

Le amiche geniali ad un tratto, nel finale, ci sembra che siano entrambe e anche tu, lettore, per un momento ti sentirai speciale perché attento osservatore del loro crescere e del loro diventare donne adulte che amano, soffrono, piangono e prendono talvolta delle decisioni sbagliate.

Il rione fa paura perché è violento, si usano le mani, si fa fatica. E’ la condizione in cui siamo costretti a vivere se non decidiamo di cambiare le cose, di vivere la monotonia e di arrenderci al banale.

“Provate a leggere questo libro e vorrete che non finisca mai” così recita la copertina del mio volume pubblicato da Edizioni E/O, non mi tocca che dare ragione e iniziare il volume Secondo.

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