Quelli di Giampiero Mughini sono i libri di una generazione che ha vissuto negli anni Sessanta, per la quale i libri non erano solo un rifugio di carta ma anche un manifesto delle proprie ideologie.
Nel suo ultimo libro La stanza dei libri presentato oggi a Pordenonelegge ci racconta un mondo che non esiste più, un mondo in cui i libri erano l’unica fonte per ampliare la conoscenza, rifiutando così la “nuova conoscenza” dei new media e dei social network.
Mughini, nel suo solito stile irriverente, si scaglia soprattutto contro quel web la cui parte più risonante sono gli insulti rabbiosi su tutto e tutti raccontandoci orgogliosamente come vivere felici senza facebook, twitter e followers.
La stanza dei libri vuole proprio mettere in luce quelle opinioni immortali scritte sulle pagine di carta non quelle del mondo di internet che si bruciano in trenta secondi, l’intento di Mughini è quello di raccontarci attraverso questo romanzo quei viaggi dell’anima che solo grazie alle pagine di un libro è possibile fare.

Attraverso le pagine di questo romanzo si delinea così la passione smodata di un vero amante dei libri che durante gli anni ha collezionato quasi ventimila volumi raccolti in una biblioteca di sette stanze.
Un amore per la letteratura, in tutte le sue forme, nato dall’incontro con la sua vecchiaia che lui stesso chiama “una dama garbata ma inesorabile“, una passione che si sviluppa solo con il passare degli anni e con l’arrivo ineluttabile della maturità.

La stanza dei libri è un libro nostalgico, un racconto di dolore e di rabbia di chi con tanta dedizione ha amato e ama la parola e la conoscenza nelle loro forme più sublimi, quelle su carta.