Come un “malato” di serie tv si sciroppa in poche settimane in streaming le puntate della sua serie preferita, ho finalmente terminato la filmografia dell’enfant prodige del cinema contemporaneo Xavier Dolan.
Su queste pagine vi ho già parlato di Mommy, ma questo film non è che l’ultimo dei capolavori firmati dal giovane regista canadese. 25 anni e già cinque film all’attivo, il primo diretto a soli 19 anni, Dolan è ormai passato da promessa ad autore. Il suo cinema è sofferto, derivato dal linguaggio videoclipparo, omaggio alla storia del cinema e, in particolare alla Nouvelle Vague, passionale, innovativo ma allo stesso tempo classico, commovente, divertente…un mix che in pochi oggi sanno gestire con maestria. Pochissime sbavature. La sua carriera è un continuo alternarsi tra personaggio dietro e davanti la macchina da presa, e ormai i festival di tutto il mondo hanno ospitato le sue pellicole. Dolan tratta tematiche forti, con l’autorevolezza e la mano sicura di un artista navigato: la psicologia e le ambizioni giovanili di J’ai tué ma mère (Ho ucciso mia madre), l’omosessualità e l’amore in Les Amour immaginaries, il percorso di cambio di sesso in Laurence Anyways, il “bullismo” in Tom à la ferme e la psichiatria e i rapporti tra essa e società in Mommy. Certo, non tutti film perfetti, ma sono lucide raffigurazioni di uno sguardo attento verso la nostra società e tasselli di un dialogo con il Cinema che non riesce a trovare pace. Un cinema che sa di autoanalisi, sfogo e denuncia, fatto di tecniche di messa in scena originali e antiche. Colonne sonore sempre particolarmente azzeccate, rallenty continui che servono a fissare bene nella mente, dello spettatore e del regista, le azioni fondamentali del racconto, sequenze che sole sembrano dei cortometraggi autonomi. Purtroppo in Italia i suoi film non sono stati distribuiti, ad esclusione di Mommy, ma, sempre nella legalità, vi invito a guardarli on-line. Poi fatemi sapere, ma sono convinto che vi farete catturare anche voi dal Xavier-pensiero.
Andrea Moschioni nasce a Pordenone il 04 dicembre 1982. Malato di cinema fin da quando è in fasce, dopo aver conseguito la Laurea in DAMS e aver frequentato un Master allo Ied di Venezia, si diletta nella realizzazione di cortometraggi sia come attore che come autore. Attualmente lavora nel teatro ed è membro della Compagnia degli Imprevisti di Pordenone. Redattore della rivista Mediacritica.it, non riesce ancora a liberarsi dal morbo del Cinema.
