Due storie d’amore, con molte sfaccettature: dolore, gioia, morte, sofferenza. Trame strutturate e colpi di scena. Stile diverso e capacità di scrittura invidiabile”. Con queste parole Dario Voltolini presenta Simona Sparaco e Valentina D’Urbano, autrici giovani, ma con già molti libri alle spalle. Entrambe romane, Simona ha esordito nel 2005 con “Anime di carta”, Valentina nel 2012 con “Il rumore dei tuoi passi”. Amore e destino sono al centro dell’ultimo romanzo delle due scrittrici: “Equazioni di un Amore” (Giunti 2016) per la Sparaco, “Non aspettare la notte” (Longanesi 2016) per la D’Urbano.

La metafora della fisica quantistica è alla base di “Equazioni di un Amore”. L’autrice prende spunto dalla teoria dell’entanglement, secondo la quale “se due particelle interagiscono tra loro per un certo periodo di tempo e poi vengono separate, non possono più essere descritte come due entità distinte, perché tutto quello che accade a una continua a influenzare il destino dell’altra. Anche ad anni luce di distanza”. Questo vale tanto in fisica quanto in amore, secondo la Sparaco, che racconta di una storia in cui il destino – incarnato nella figura di Giacomo – tormenta Lea, anche dall’altro capo del mondo, a Singapore. Un amore sofferto, da tenere lontano, dimenticare: ma il passato bussa alla porta del presente. Sarà proprio il ri-attraversare il torbido ad aiutare la protagonista a rivedere la luce.

L’amore è anche uno spunto per raccontare l’equazione della vita. Sappiamo che i due elementi di un’equazione dovrebbero equivalersi. A volte però gli errori che facciamo fanno sì che l’equazione risulti sbagliata. Per analogia, scelte sbagliate creano deviazioni di percorso: x e y come incognite di quel che accadrà e che si potrà valutare solo a distanza di tempo.

In “Non aspettare la notte” troviamo invece Angelica, tradita dalla madre che con lei ha cercato di suicidarsi a bordo di un’auto. Le sue ferite dunque non sono solo quelle visibili. “Di tutti i personaggi che ho creato, Angelica è quello per cui ho provato più affetto, perché è fragile” dichiara Valentina D’Urbano. “Vive nel suo mondo di solitudine, di negatività. Poi per fortuna conosce un ragazzo solare (Tommaso), per il quale conta solo il presente e che la spinge a riacquistare la voglia di vivere”.

In entrambe le narrazioni emerge la capacità di descrivere la forza dell’amore pur dando spazio alla fragilità, alla corrente con tanti mulinelli che può distrarre, deviare il percorso.