“Coscienza inquieta della chiesa”. Questo era David Maria Turoldo, nato a Coderno (Udine) il 22 novembre 2016, cento anni fa, un letterato di singolare importanza all’interno della produzione poetica italiana e un orgoglio della nostra regione. A David Maria Turoldo era dedicato il concerto di ieri venerdì 16 settembre al Duomo Concattedrale di San Marco, il Requiem KV 626 di Wolfgang Amadeus Mozart, nella terza giornata di Pordenonelegge.

Il Requiem di Mozart: un’opera talmente eseguita, discussa e glorificata che per molti rischia di perdere la sua forza espressiva. Non è possibile negare però che un monumento artistico di tale portata ha conquistato una posizione talmente alta nel patrimonio artistico mondiale da non poter essere dimenticata in alcun modo. Ultima opera di Mozart, scritta nel 1791 e rimasta incompiuta per la morte del compositore, è stata successivamente completata da Franz Xaver Süssmayr nel 1792; di Mozart sono Introitus, Kyrie, Dies Irae e Offertorium, come anche le prime otto battute del Lacrymosa.

L’Introitus nasce dal nulla, da dialoghi accordali tra le varie sezioni degli archi, quando un clarinetto si insinua nell’accompagnamento, seguito da altri fiati in dissonanza: l’ingresso del coro è grandioso, imponente, e risuona nella chiesa di San Marco in maniera impressionante. La fuga del Kyrie, battaglia costante tra i registri corali e l’orchestra, si precipita su tutte le sei sezioni dell’Offertorium. Nel confutatis, famoso per la scena del film “Amadeus” di Milos Forman in cui secondo la leggenda un Mozart sul letto di morte ne detta la partitura al suo grande rivale alla corte di Vienna Antonio Salieri, il fuoco degli archi si scontra con la perentorietà del coro, del “confutatis, maledictis”.

Tanti Requiem sono stati scritti da innumerevoli compositori, ma nessuno raggiunge l’incisività, il dramma intrinseco che l’opera mozartiana riesce a raggiungere. Un compositore talmente votato alla semplicità, alla chiarezza, alla limpidezza del suono e della struttura musicale, che si abbandona a un tale abisso di disperazione, amplifica ulteriormente l’impatto all’orecchio degli ascoltatori. Un’opera ineguagliabile, il giusto tributo a un poeta di tale intensità.