Giovanni Pascoli, grazie alla sua produzione, dà vita ad un vero e proprio paesaggio letterario che si dispiega tra la natura, il ricordo e la memoria.

Il paesaggio letterario, che non si riduce ad una mera descrizione, è una rappresentazione in relazione con la natura che viene espressa dal poeta attraverso i mezzi letterari. L’io lirico che disvela questo rapporto deve indicare la sua prospettiva ed emergere come vero e proprio soggetto grazie alle sue impressioni mentre osserva, conosce e vive la natura.

Il rapporto con la natura, nella produzione pascoliana, è mediato dall’io del poeta attraverso due elementi: il ricordo, cioè l’evento legato all’infanzia o all’adolescenza, e la memoria, il deposito che raccoglie e accoglie ogni rimembranza.

Il recupero del tempo passato, che per Pascoli è messo in atto dagli stimoli sensoriali e dalle impressioni, si inscrive in una geografia degli spazi della memoria.

Dalla casa bianca con le persiane verdi di San Mauro di Romagna, nodo della memoria dell’autore, ci si avvicina alla Chiesetta della Madonna dell’Acqua, per poi procedere sino alla Torre Torlonia, la dimora mitica di festa, costeggiata dal Rio Salto. Ancora, a mezza strada tra San Mauro e Savignano, possiamo scorgere il camposanto dove è raccolta la famiglia Pascoli, luogo di dolore e ricordo.

I luoghi menzionati diventano per il poeta ideali ed evanescenti, spazi identificati in una geografia del sogno che si esprime attraverso il testo letterario.

Per Pascoli, i ricordi dei luoghi dell’infanzia, rievocati attraverso gli stimoli sensoriali e l’immaginazione, sono avvolti in una dimensione onirica e alimentano una vera e propria percezione visionaria.

Il poeta, per mantenere sempre vivo il ricordo del suo villaggio, portava sempre con sé un vaso di cedrina, l’erba luisa che, come per Proust con les petites madeleines inzuppate nel tè, gli permetteva di materializzare dinanzi a sé le memorie di un tempo passato, di un altrove mai dimenticato, ma vissuto in lontananza, anche a causa della distanza fisica e grazie al filtro del ricordo.

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