Ogni pordenonese conosce l’origine del nome della sua città: Pordenone deriva da Portus Naonis, porto sul Noncello. Ma forse in molti dimenticano quanto fu importante questa infrastruttura fluviale.

C’era un periodo in cui Pordenone si reggeva sulla posizione strategica del suo porto. Crocevia di merci provenienti dalla montagna e dall’Austria, le navi della città avevano come destinazione principale Venezia.
Il Noncello e il suo porto sono stati l’origine del centro abitato di Pordenone, che infatti si sviluppò a partire dall’alto medioevo sulla sponda destra del fiume.

In mancanza di collegamenti stradali, tutto transitava per il porto cittadino: dalla posta ai mercanti fino agli spostamenti delle persone con i traghetti. Il sabato ad esempio arrivavano la posta e le merci, perciò si teneva in quel giorno – come oggi – il mercato cittadino.
Fondamentali erano i rapporti al di là delle Alpi. Pordenone era una stazione di transito della corriera postale di Vienna e spesso giungevano mercanti dalla Germania diretti a Venezia.

Proprio con la Serenissima si raggiunse il periodo di maggiore attività del porto fluviale. Venezia regolava le attività del porto e aveva riservato alle navi percorrenti il Noncello degli approdi nella Laguna. Il traffico era soprattutto commerciale: nella città del Doge venivano portati legname e prodotti agricoli della campagna e dei monti. Non mancava poi il servizio passeggeri, con una corsa a settimana che impiegava tre giorni per percorrere 150 miglia.

Nel XIX secolo iniziò tuttavia il declino del porto, dovuto alla conquista dei territori veneziani e alle nuove vie di trasporti costruite a Nord-Est: la Ferrovia Venezia-Udine e la Pontebbana.

Pordenone deve però al porto le sue specialità che la differenziano dal resto del Friuli. Le influenze veneziane e austriache sono infatti il substrato culturale della città e si sono mescolate proprio grazie a questa infrastruttura fluviale.

(Foto: comune.pordenone.it)

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