Una nave, tre uomini, una spedizione perduta: questo il racconto contenuto nel libro di sir Michael Palin, Il mistero dell’Erebus, un romanzo storico incentrato sulle due avventure di James Clark Ross e di sir John Franklin mirate a esplorare rispettivamente l’Antartide e trovare il famoso passaggio a nord-ovest.

Palin, noto ai più per essere parte del gruppo comico Monty Python ma anche per essere stato Presidente della Royal Geographical Society dal 2009 al 2012, ebbe l’idea di scrivere un romanzo su queste spedizioni nel 2014 allorché il Governo canadese annunciò il ritrovamento del relitto della HMS Erebus, una famosa nave esplorativa scomparsa nel 1846 tra i ghiacci dell’Artico. L’Erebus era una bombarda, una nave da guerra utilizzata per gli assedi marittimi, costruita successivamente alle guerre napoleoniche. Per la sua stazza e le sue qualità di navigazione, assieme ad altre navi sorelle della classe Hecla tra cui la Terror, venne selezionata per l’esplorazione di quegli angoli della Terra non ancora presenti sulla mappa.

Il XIX secolo è infatti il secolo delle ultime grandi esplorazioni. Dopo Napoleone, la Gran Bretagna era diventata l’assoluta padrona dei mari: tale supremazia militare permetteva soprattutto il mantenimento e il controllo delle rotte commerciali, facilitando le spedizioni al di fuori di esse al punto che qualunque nazione sul globo non poteva prescindere dall’aiuto e dal controllo inglese delle proprie esplorazioni. Fu così che nel novembre 1840 James Clark Ross partì dalla Tasmania per l’Antartide a bordo dell’Erebus, in compagnia della Terror, una spedizione che fu coronata dal successo, tanto da portare alla denominazione dell’Isola di Ross e del suo Monte Erebus, nonché quella di varie aree circostanti con i nomi di personaggi, politici e scienziati britannici. Una forma di nazionalismo scientifico tipico per l’epoca.

La seconda spedizione dell’Erebus fu organizzata qualche anno dopo, nel 1845, soprattutto su impulso della moglie di sir John Franklin, Lady Jane Griffin Franklin, la quale esortò il marito all’esplorazione dell’Artico canadese al fine di trovare il passaggio a nord-ovest. Franklin, inglese, fu accompagnato in questa spedizione dall’irlandese Francis Crozier, suo secondo in comando, uomo non molto gradito a Ross sebbene di grande esperienza nautica ed esplorativa.

All’epoca le condizioni di vita a bordo delle imbarcazioni erano molto dure ma la ferrea disciplina di bordo risultava molto utile nella sopravvivenza degli equipaggi: nella spedizione di Ross, solo quattro marinai perirono, mentre la grande maggioranza di essi tornò a casa sana e salva. Navigare comunque tra i ghiacci non era cosa facile: in occasione della spedizione di Franklin la nave, nuovamente accompagnata dalla Terror, venne potenziata con un motore di venti cavalli onde affrontare i pericolosi ghiacci artici.

Ciò tuttavia non bastò e tra il 1846 e il 1848 entrambe le navi scomparvero con i rispettivi equipaggi, senza lasciare traccia. Di Franklin e Crozier non si seppe più nulla e la memoria del primo venne tramandata ed esaltata dalla moglie al punto che ancora oggi il suo nome risulta ammantato di un’aura di eroismo.