Quanto può essere mutato nel corso della storia il corpo umano? Molto, verrebbe da rispondere di primo acchito. Il punto è come il corpo è cambiato.

È proprio questo l’obbiettivo del fotografo goriziano Kusterle, la cui mostra Il corpo eretico, occuperà la galleria Harry Bertoia in Corso Vittorio Emanule dal 18 Aprile al 9 Agosto (già sede durante la stagione invernale dell’esposizione fotografica Ashes di Pierpaolo Mittica).

Il fulcro della ricerca dell’artista negli anni è sempre stato il corpo umano, che nel tempo ha assunto caratteri “eretici” nei confronti dei canoni tradizionali.

Le opere del gorziano, difficili da collocare in una categoria specifica, sono in grado di fondere varie arti visive. Kusterle dà prova di saper creare un rapporto quasi simbiotico tra il corpo e la natura che lo circonda, tanto che l’occhio sfuggente di un osservatore distratto non riuscirebbe a comprendere dove finisce il corpo ed inizia l’elemento con il quale viene fuso. Attraverso alberi, volpi, uccelli, pesci, serpenti, sassi, terra, argilla crea una sorta di continuità con il mondo umano. Le immagini da lui create sono senza tempo, o meglio,

collocate in un tempo irripetibile, dove la distanza tra sogno, realtà, uomo, animale viene meno dando origine a una forma stretta di convivenza.

Questo fenomeno di astrazione viene accentuato dal fatto che si tratti di foto senza alcun tipo di descrizione; ciò lascia all’osservatore la piena libertà di immaginazione e, trovandosi difronte ad una “foto” del goriziano, potrebbe interpretarla come la nascita dell’uomo dalla terra, o banalmente un uomo sporco attorniato da sassi.

Il corpo eretico è in definitiva un’inquietudine bizzarra, una mostra capace di rappresentare la corruzione e l’evoluzione del corpo moderno talvolta anche in chiave ironica.

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