Pordenonelegge è un festival che ha fatto della comunicazione una colonna portante, inserendo ogni anno importanti appuntamenti per riflettere sui nuovi modi di comunicare. Non si tratta di discussioni teoriche fini a se stesse, la comunicazione rivela moltissimi aspetti nascosti del presente.
Quest’anno, come ha ricordato il direttore artistico Gian Mario Villalta, si è scelto di unire due importanti personalità che molto hanno scritto e molto hanno da dire sul mondo della comunicazione. Si tratta di Ilvo Diamanti, professore di comunicazione politica e scienza politica, e Marino Niola, antropologo e profondo conoscitore della contemporaneità.

La conversazione parte dalle loro esperienze giornalistiche come editorialisti di importanti quotidiani italiani. Lo stile del quotidiano, le celebri 1500 battute plasmano lo stile di scrittura. A volte con molte difficoltà, come ricorda lo stesso Niola nei suoi esordi sul Mattino di Padova. Lo stile di Diamanti è invece studiato e molte volte addirittura contestato per la sua singolarità e il suo stile senecano, come lo definisce Villalta tentando di inquadrarlo negli schemi tradizionali dei professori di liceo.

Entrambi gli autori hanno scritto recentemente interessanti opere riguardanti l’attualità e il modo con cui comunica. Di Ilvo Diamanti è “Password”, che racconta le questioni oggi più sentite degli italiani (dalla politica al calcio) attraverso quaranta parole chiave. A Marino Niola invece ne sono bastate meno per il suo “Il presente in poche parole”, in cui descrive il nuovo stile di vita del nostro Paese.

Se si dovessero riassumere le due opere in una parola a testa, quella di Diamanti sarebbe appartenenza. Il suo libro si sofferma su questa constatazione: non ci sono più le appartenenze, in particolare in politica. Il 40% degli italiani ha cambiato partito per cui ha votato alle ultime elezioni, mentre nella Prima Repubblica nove elettori su dieci votavano per lo stesso partito o almeno per la stessa parte politica. C’è un unico sentimento di appartenenza che è rimasto, quello per la propria squadra del cuore.

Marino Niola, come in altre delle sue opere, concentra la sua attenzione sul cibo. La sua importanza nella società contemporanea è diventata sempre più evidente, in tv come nelle librerie. Aumentano però anche le nostre ossessioni per il cibo e la nostra dieta, che sembra essere l’unica etica davvero seguita nel nostro Paese. Niola ci descrive una società in piena austerity alimentare. Sembra lontanissima la società degli anni ’60, una società in cui vi era fame di vita. Oggi invece viviamo in perenne sottrazione alimentare, la pubblicità ci propone il “cibo-senza”: siamo una società che ha paura della vita.
Ancora una volta le parole ci precedono e raccontano di noi molto più di quanto immaginiamo.