Quando, circa un mese e mezzo fa, ho chiesto al caro vecchio internet di dirmi tutto quello che potesse rintracciare sul conto di Luis Sepulveda per non farmi trovare impreparato alla nuova edizione di Pordenone Dedica, ho vissuto uno di quei tanti momenti della mia vita in cui mi sono sentito un fannullone. Attivista politico, giornalista, sceneggiatore, regista, scrittore. Dal 1994 pubblica più o meno un libro all’anno. Non deve stupire allora il fatto che quest’edizione del festival sarà particolarmente ricca di eventi.

Sabato 7
Il Verdi ospiterà alle 16:30 il saluto di Sepulveda al pubblico in una conversazione libera con Bruno Arpaia, mentre alle 20:45 sarà il turno di Storie Clandestine, una performance di Giuseppe Cederna e Bruno Arpaia che, a partire da due racconti di Sepulveda (Il campione e Blue Velvet), che rievocherà le store di un’America sconfitta con il Che e Salvador Allende.

Domenica 8
La scelta di un’atmosfera intima rispecchia il carattere dell’ultima opera di Sepulveda, che verrà presentata proprio al convento di San Francesco alle 17:00. L’avventurosa storia dell’Uzbeko muto è una raccolta di racconti allacciati da una speranza: che anche in quest’epoca di disequilibrio ideologico sia rimasto qualcosa di quel grande sogno socialista di inizio anni Settanta.

Martedì 10
Sempre al convento di San Francesco, alle 20:45 sarà il turno di Poesie senza Patria: Sepulveda e la moglie Carmen Yáñez leggeranno alcune poesie, accompagnati dalle note di Ginevra Di Marco (CSI), Francesco Magnelli e Andrea Salvadori.

Mercoledì 11
Alle 20:45 si aprirà SUR, una serata dedicata ai reportage fotografici di Daniel Mordzinski, che mostrerà al pubblico le immagini che tante volte vengono evocate nei libri dell’amico Sepulveda, ovvero quelle della Patagonia.
A seguire saranno proiettati due documentari che saranno utili ad immergersi nella vita dello scrittore cileno: nei suoi luoghi, nei suoi dolori, e anche nelle sue battaglie a difesa dell’integrità della Patagonia, vera protagonista di molti suoi scritti.

Giovedì 12
Per tutti i Cileni di buona volontà quella del 1973 non fu un’ottima annata. Non sono lo scellerato golpe militare di Pinochet, ma anche la morte di quel grande poeta, Pablo Neruda, che come pochi seppe rappresentare il problema della prevaricazione reciproca, della giustizia e della bellezza della natura attraverso immagini semplici e familiari. Il funerale di Neruda, scritto da Sepulveda e Renzo Sicco e realizzato da Assemblea Teatro, riporterà gli avvenimenti di quel periodo in tono elegiaco, caratterizzato da quella tristezza lucida e ampia che distingue i Sudamericani.

Venerdì 13
Probabilmente la giornata più attesa del Festival. Alle 20:45, il palco del Deposito si presterà ad un concerto unico: agli strumenti i Modena City Ramblers, un gruppo di partigiani che le contingenze della vita hanno reso degli splendidi musicisti, e Sepulveda al microfono. Una sorta di versione del XXI secolo della coppia De Andrè-PFM. Imperdibile.

Sabato 14
La giornata conclusiva sarà affidata a Raccontare, Resistere: un dialogo in cui Sepulveda e De Cataldo parleranno del dovere e della necessità della Letteratura a raccontare delle ingiustizie, dei privilegi, dei ribelli e degli sconfitti delle nostre società. In seguito, vero finale del Festival, la monografia Dedica a Luis Sepulveda, una lunga intervista a cura di Bruno Arpaia all’autore di questa edizione di Dedica.

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