La testa tra le mani, lo sguardo sconsolato fisso sugli appunti scarabocchiati: il primo cliente dell’avvocato cividalese Vittorio Podrecca ha appena lasciato il suo studio di Roma. È questo l’esatto momento in cui egli capisce di non essere tagliato per la giurisprudenza ed è costretto ad ammettere di aver totalmente sbagliato mestiere: la laurea in giurisprudenza conseguita all’università di Padova viene chiusa per sempre in un cassetto. Probabilmente questa è la scelta che, se avesse avuto un po’ di coraggio in più, avrebbe compiuto anche suo padre: Carlo Podrecca, infatti, era un avvocato di Cividale del Friuli – cittadina dove Vittorio, ultimo di quattro figli, nacque nel 1883 – ma, appassionato di musica e teatro, si dilettava a scrivere commediole.

Trasferitosi con la famiglia a Roma a inizio secolo e archiviata per sempre la carriera giudiziaria, nel 1911 Vittorio fonda dunque la rivista Primavera, in cui riduce ed adatta a misura di bambino le trame dei grandi romanzi. Egli infatti è molto sensibile al tema della diffusione della cultura tra i giovanissimi. In un secondo momento, poi, dirige anche la rivista L’Italia orchestrale e diventa segretario del conservatorio Santa Cecilia di Roma.

Tutte queste esperienze, unite al ricordo degli spettacoli di burattini a cui ha assistito a Cividale, ispirano Podrecca a fondare una compagnia di marionette chiamata Teatro dei Piccoli sia per il pubblico a cui si rivolge sia per gli “attori” che si esibiscono sulla scena. La compagnia debutta ufficialmente il 21 febbraio 1914 nella Sala Verdi di Roma. Le marionette sono una scommessa e su di esse Vittorio punta per avvicinare i bambini al teatro: questa compagnia, infatti, è solo una delle tante in Italia, ma ciò che la caratterizza è il legame particolare con la musica, coprotagonista sulla scena. Sono molti i musicisti che collaborano a questa impresa, tra questi Ottorino Respighi, che compone alcuni brani appositamente per i Piccoli.

Inoltre, la modalità attraverso cui Vittorio riceve i riscontri da parte della critica è tanto semplice quanto efficace: al termine della rappresentazione, ogni piccolo spettatore ha il diritto di scrivere le sue impressioni in un foglietto e di lasciarle in una cassettina all’ingresso del teatro. Per tutta la carriera, comunque, egli sarà il critico più feroce, assistendo agli spettacoli tra il pubblico e scrutando con occhio attento ogni piccolo dettaglio.

Il Teatro dei Piccoli riscuote così tanto successo tra i bambini e tra gli adulti (intellettuali compresi), che un mese dopo il debutto la compagnia viene invitata ad esibirsi al Quirinale, al cospetto della famiglia reale e alla corte.

Lo scoppio della prima guerra mondiale costringe Vittorio a partire per il fronte e, nel tentativo di spezzare le lunghe giornate, non esita dal mettere in scena piccoli spettacoli di marionette; egli seguirà da lontano i successi della sua compagnia che continua ad esibirsi in tutta Italia.

Gli spettacoli si rinnovano di anno in anno tenendo presente il parere della critica e nel 1922 il Teatro dei Piccoli inaugura la sua prima tournée internazionale in Argentina, Uruguay, Brasile: è un tripudio, le rappresentazioni si susseguono a ritmo incalzante. In seguito all’esibizione negli Stati Uniti nel 1933 le marionette vengono perfino scritturate per il film I am Suzanne di Rowland V. Lee; negli anni Cinquanta, infine, il Teatro dei Piccoli sarà una delle primissime compagnie teatrali italiane ad esibirsi in Unione Sovietica, dimostrando così di essere uno dei gruppi più importanti e riconosciuti.

Nel secondo dopoguerra la compagnia conta oltre 1000 marionette e circa 25 tra marionettisti, tecnici e cantanti (tra cui la moglie di Vittorio, la soprano Cissie Vaughan) ma, nonostante il successo, attraversa periodi di grave crisi economica: Podrecca tenta l’impossibile per vedersi assegnare dei finanziamenti, ma purtroppo le sue fatiche non portano ai risultati sperati. Come riconoscimento per il suo lavoro, nel 1954 Vittorio viene nominato “educatore e portatore di italianità” e vicepresidente dell’Unione Internazionale delle Marionette.

Vittorio si spegne a Ginevra nel 1959 lasciando dietro di sé un’eredità recuperata negli anni Settanta dal Teatro Stabile di Trieste dove, ancora oggi si porta sulla scena una parte del vastissimo repertorio del Teatro dei Piccoli.

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