Anche l’occhio meno allenato non può non notare la scritta riportata su ogni cartello che ci accoglie nel comune di Clauzetto. Siamo nella parte più orientale della montagna pordenonese: a pochi chilometri scorrono l’Arzino e il Tagliamento, e subito dopo è già un’altra provincia. “Balcone del Friuli”, recita la scritta.  Per coglierne appieno il significato è buona cosa salire gli 88 gradini che portano al sagrato della chiesa di San Giacomo, e da lì con lo sguardo ammirare la pianura friulana, il greto del Tagliamento e, se il tempo è particolarmente bello, persino l’Adriatico e i Colli Euganei.

È un paese silenzioso, Clauzetto, che nel tempo si è sempre più spopolato e ha perso sempre più voci. Molte borgate oggi sono vuote e paiono essersi fermate alla prima metà del secolo scorso, conservando la bellezza delle case in pietra dai numerosi balconi di legno. Oggi sembra quasi che a parlare siano le montagne che lo circondano: spiccano, miti e imponenti al tempo stesso, il monte Pala, il Ciaurlec, il Rossa e il Taîet, da dove scendono le acque del torrente Cosa.

Luoghi solitari, ideali per gli amanti dell’escursionismo: svariati sentieri ed anelli, clapadorie (strade pavimentate in sasso) delimitate da muri di pietre costruiti a secco e strade forestali si snodano lungo le pendici di questi monti. Degno di nota è l’itinerario che unisce le antiche fontane del territorio comunale, tra le quali vi segnaliamo la bella fontana del Nujaruç, sita nella piazzetta centrale del capoluogo.

Ma se sono le cime delle Prealpi Carniche a farla da padrone, vero è che il fiore all’occhiello della zona si trova nelle viscere della terra: si tratta delle grotte verdi di Pradis, nella borgata di Gerchia. Aperte da Pasquetta fino a settembre, attirano ogni anno un gran numero di visitatori. Fu Don Giacomo Bianchini, parroco di Pradis negli anni venti, il primo ad intuire il valore scientifico ed ambientale delle grotte; stregato a tal punto dalla loro bellezza da dedicarvi perfino alcuni versi.

La cavità più spettacolare è sicuramente la grotta della Madonna, che ospita la statua della Madonna delle Grotte realizzata dallo scultore Costantini di Assisi. In grado di accogliere fino a mille persone, dal 1968 è consacrata come Tempio Nazionale dello Speleologo e ogni anno alla vigilia di Natale vi viene celebrata una toccante messa. Non meno affascinante è la grotta Verde, che deve il suo nome all’atmosfera fiabesca evocata dai suoi interni color smeraldo. Impossibile poi non notare la bellezza dell‘Orrido scavato nei secoli dal Cosa e dal rio Molat, visitabile in tutta la sua profondità grazie ad una scalinata lunga 207 gradini che corre lungo le pareti di roccia. Da mozzare il fiato la cascata con cui il Molat affluisce nel Cosa.

Staccate da questo primo gruppo vi sono le grotte di Rio Secco e del Clusantìn, siti di grande interesse archeologico in quanto, dagli scavi effettuati dall’università di Ferrara, sono state ritrovate tracce di passaggio dell’Homo Sapiens e di Neanderthal. Alcuni reperti sono conservati presso il vicino Museo della Grotta, mentre laboratori e attività a tema vengono proposti durante i cicli di incontri delle Giornate della Preistoria. Nella zone delle grotte è inoltre presente il Natura Acqua Park Pradis, centro di canyoning che offre corsi ed escursioni per adulti e bambini.

Spostandoci nella frazione di Pradis di Sopra vale la pena visitare il sacrario militare della val da Ros, che raccoglie i caduti tedeschi e italiani che tra il 5 e il 6 novembre 1917 combatterono in questi luoghi in seguito alla disfatta di Caporetto. Dal sacrario parte il sentiero della Battaglia di Pradis, munito di tabelle didattiche esplicative. La seconda domenica di agosto di ogni anno presso il cimitero si tiene un’adunata alpina commemorativa.

Tornando in paese, nella chiesa di San Giacomo è custodita da oltre trecento anni una reliquia attribuita al Preziosissimo sangue di nostro signore Gesù Cristo, che faceva di Clauzetto una frequentata meta di pellegrinaggio fino alla metà del secolo scorso.  Legata al culto della reliquia è la tradizionale festa paesana del Perdon, che si svolge la seconda domenica di maggio con la processione del perdòn grande e il centro cittadino invaso dalle botteghe dei vecchi artigiani, che per un giorno ritornano in vita. Il tutto accompagnato da musica, buon cibo ed allegria.

Parlando di buon cibo invece, non si può non citare il patto tipico di questa vallata: la balòte, lo gnocco di polenta ripieno di Asìno, il prelibato formaggio salato locale, talmente buono da essere ricordato in alcuni documenti della Repubblica di Venezia risalenti al Settecento. La produzione di questo formaggio viene portata avanti da generazioni dall’azienda Tosoni, che dagli anni Sessanta ha trasferito la sua sede a Spilimbergo.

Se volete assaggiare queste delizie del palato vi consigliamo di passare per Clauzetto nella prima metà di agosto, quando per tre giorni si svolge la Fieste da la balote. Da gustare magari seduti su un muretto, volgendosi a sud per ammirare ancora una volta lo spettacolo del pianura che si perde all’orizzonte, dove si confonde con le onde del mare.

Photo by: cfpalmarino.com

 

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