La cucina televisiva in Italia si divide in due tipologie fondamentali: la nazional-popolare di Antonella Clerici e Benedetta Parodi, salottini in cui si venerano le ricette della nonna e quella radical chic di Cracco e Barbieri, massima espressione per virtuosismo formale.

Da qualche tempo però è apparso in televisione un nuovo modo di fare cucina e raccontarla al pubblico, un modo verace, unto ed essenziale. È lo stile di Chef Rubio, ex rugbista, romanaccio ricoperto di tatuaggi, che ha deciso di dedicarsi al cibo di strada, realtà semi-sconosciuta dalle nostre parti, portando alla ribalta paninari, baracchini e venditori ambulanti da tutta Italia. Soprattutto portando in meta lo street food.

Ha lo stomaco forte Chef Rubio, che nei suoi viaggi in giro per il mondo ha assaggiato di tutto, entrando in cucine che farebbero esplodere le papille gustative di chiunque ma allo stesso tempo accapponare la pelle di qualche ispettore sanitario.

Si conclude così la terza edizione di Cucinare: con un pirotecnico show culinario, a quattro mani, che vede appunto come protagonisti Chef Rubio assieme al suo maestro Alessandro Breda, cuoco stellato dello scenografico Ristorante Gellius di Oderzo. Il loro non è soltanto un rapporto tra mentore e allievo, ma una vera amicizia consolidata negli anni in cui Gabriele Rubini (in arte Chef Rubio) lavorò presso il locale opitergino.

Lo chiama “Ale”, lo abbraccia e lo prende in giro mentre prepara assieme la prima specialità offerta agli ospiti: le sarde al saòr espresso. La scelta di questo piatto – spiega Rubio – testimonia la sua grande ammirazione per la cucina tradizionale veneta su cui ha inoltre scritto la sua tesi all’Accademia di cucina. Il piatto proposto dal Maestro è invece una rivisitazione del baccalà presentato su una purea di patate affumicate, in due varietà: cotto e crudo.

Il pubblico apprezza e applaude in un’atmosfera cordiale, oseremmo dire informale, caratteristiche distintive delle personalità dei due chef all’opera.

Alcuni domandano il motivo per cui Rubio si sia dedicato allo street food. La risposta è molto semplice: è un modo per valorizzare la sostanza e criticare l’apparenza che troppo spesso inganna pubblico e consumatori. È fin troppo chiaro il riferimento al dilagare di show culinari in televisione, dove viene spesso rappresentato un mondo lontano dalla realtà.

Rubio ringrazia, sorride, gioca e scherza con gli invitati, addirittura chiede di continuare a tempo ormai scaduto. È proprio così che ce lo immaginavo, una persona schietta e sincera che non può non entrare nel cuore di chi lo ascolta e lo “assaggia”. Una sola curiosità ci resta da soddisfare: metterà l’aglio nell’Amatriciana? Noi non abbiamo avuto il coraggio di chiederglielo.

(Un articolo scritto a quattro mani da Tiziano Milan e Michele Nardi)

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