A più di un’ora dall’inizio dell’evento la fila serpenteggia dall’ingresso dell’auditorium Zanon sino a oltre il Liceo Marinelli. È il secondo anno che Alberto Angela, volto di numerosi programmi televisivi tra i quali citiamo Passaggio a Nord Ovest, Superquark e Ulisse, viene a Udine per presentare un  libro. In realtà Angela è ben altro, e ben più di un presentatore televisivo: è paleontologo, scrittore, giornalista e divulgatore scientifico, come il padre, Piero.

Riusciamo a entrare; si tratta di autentica fortuna; dietro di noi rimangono fuori più di cinquecento persone. Il giornalista, pacato e gioviale, fa ritardare l’inizio di qualche minuto per permettere una soluzione per parte di quanti sono rimasti esclusi; tutto inutile, purtroppo non si può fare nulla.

Inizia a presentare l’ultimo libro, “San Pietro”, concepito prima che uscisse la notizia del Giubileo Straordinario. L’opera precedente, “I tre giorni di Pompei”, era servita a finanziare il restauro dell’affresco intitolato “L’Adone ferito”, situato in un’antichissima casa pompeiana. San Pietro, di finanziamenti, “non ha bisogno”, scherza il giornalista.

Già dai primi istanti si percepisce la straordinarietà di quest uomo: è in grado di far scaldare il pubblico friulano, che partecipa attento sino alla fine, e lo ringrazia con un lungo applauso.

Inizia a parlare, svelando particolari della Basilica, da quella più antica, edificata grazie a Costantino, sopra una vecchia necropoli utilizzata da ex schiavi divenuti piuttosto abbienti, a quella nuova che conosciamo oggi, e che ha visto la partecipazione di numerosi architetti, tra cui Michelangelo, Maderno e Bernini, che tra le sue mura si sono avvicendati.

Racconta, ed è come assistere dal vivo a una puntata di Ulisse: duemila anni di storia condensati in poco più di un’ora. E in un’ora mi ha convinto sia a prendere il libro sia a tornare a San Pietro. Chapeau.

Su questo incontro si potrebbero spendere migliaia di parole, ma vi invitiamo ad acquistare o regalare il libro, di piacevolissima lettura, come del resto tutte le sue opere.

Termina la presentazione, il pubblico si profonde in un lungo e caloroso applauso; inizia la seconda, lunghissima fila per l’autografo, durante la quale c’è stato addirittura il tempo di fare nuove conoscenze. Giunge il nostro turno, dopo di noi ancora almeno centocinquanta anime; ci accoglie stanco, e comunque sorridente e cordiale: per tutti spende un po’ di tempo per conversare. Ci ha fatto un’ottima impressione, si nota?

La frase del giorno: vi lasciamo con un’ultima considerazione, che è stata anche l’ultima dell’incontro: “gli architetti che nei secoli hanno lavorato su San Pietro si sono sempre chiesti come lasciare ai posteri l’essenza del bello”.

 

 

 

 

 

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